Profughi: la Toscana ne ospita 8.430 in 592 strutture. La regione cerca di aumentare l’accoglienza

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profughiIn Toscana ci sono attualmente 8430 profughi in 592 strutture di prima accoglienza, con una presenza media di 14-15 ospiti per realtà, a cui si aggiungono altri 900 posti nei progetti Sprar, rivolti a chi è arrivato già da tempo. Lo ha detto l”assessore toscano alla presidenza, con delega all”immigrazione, Vittorio Bugli in una comunicazione al Consiglio regionale sulla situazione dei profughi nella regione.

Al momento, ha ricordato, ci sono «ancora una settantina di Comuni che non stanno accogliendo. Se consideriamo questi Comuni e le realtà sotto soglia potremmo offrire 2500 accoglienze in più. In Toscana l’accoglienza deve rimanere diffusa con una proporzionalità nei Comuni in base anche al numero di abitanti».

L’assessore ha ricordato che la Regione insieme ad Anci Toscana ha redatto una serie di proposte in materia di accoglienza dei profughi, da avanzare al governo per implementare il modello toscano dell’accoglienza diffusa e sperimentare anche altre forme di ospitalità nell’ottica anche di una maggiore integrazione. «Il sistema – ha osservato – deve andare sempre di più verso lo Sprar. Ad oggi, poi, la Regione e gli enti locali non hanno accesso alla conoscenza di chi sono queste persone. E’ invece fondamentale sapere da quale paese, quale percorso di studio o di lavoro hanno fatto queste persone che accogliamo e anche le loro passioni. Senza queste indicazioni non siamo in grado di profilare le persone per progetti di inserimento successivi. Per questo abbiamo chiesto di poter sperimentare un software apposito creato dalla Regione Toscana». In quest’ottica, ha detto ancora, «c’è l’idea dell’accoglienza in famiglie o in appartamenti. Da parte cittadini c’è stata una disponibilità ma il Ministero non ci ha ancora consentito di avere una formula adatta. Noi siamo già pronti per partire con un centralino, numero verde e le cose fatte regolarmente per tentare anche questa strada». Bugli ha auspicato poi di avviare anche altri «progetti sperimentali nuovi. Perché non tentare strada di ripopolare i borghi abbandonati?».

Altro tema quello dei minori non accompagnati. «In Toscana ne abbiamo molti in strutture ad alta intensità – ha spiegato Bugli -, ovvero con una grande presenza di operatori, ma non sempre l’alta intensità è la più opportuna. Certamente serve verifica ma alcuni ragazzi di 16-18 anni possono stare anche in strutture a minore intensità. Stiamo sperimentando questo aspetto – ha concluso -, la cosa sta andando bene e forse il ministero la prenderà a riferimento».

 

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