E’ recente il documento con il quale i nostri servizi hanno lanciato l’allarme su un accresciuto pericolo terrorismo anche per l’Italia, in particolare per il rientro di molti foreign fighters. Ebbene proprio negli ultimi giorni un gangster franco-algerino, ricercato per rapina e porto d’armi, sul quale saranno tuttavia compiuti nuovi accertamenti, è stato arrestato in base alle norme antiterrorismo entrate in vigore nel 2015 dopo l’attentato a Charlie Hebdo. Agli agenti della polizia di frontiera di genova, al porto, ha mostrato un passaporto greco, ma il documento – per quanto perfettamente contraffatto – non ha ingannato il software della questura. Sebbene ancora non ci siano elementi che certifichino una possibile radicalizzazione del fermato, rilancia l’allarme lanciato dalla nostra intelligence non solo sullo scalo del capoluogo ligure, ma anche per Palermo, Brindisi, Bari e Ancona. Luoghi ritenuti particolarmente sensibili poiché qui potrebbero transitare ex soldati di Daesh.
I nostri servizi infatti hanno spiegato che il declino dell’Isis in Medio Oriente sta determinando il rientro di molti foreign fighter nei paesi d’origine. Sono centinaia di combattenti – convertiti o estremisti islamici – che avevano scelto di arruolarsi nel Califfato e avevano raggiunto negli anni scorsi i campi di guerra della Siria o dell’Iraq. Le fonti dell’Interpol stimano che siano almeno quindici-mila i miliziani stranieri che in questi anni si sono schierati con l’Isis.
Alcuni hanno perso la vita negli scontri, altri hanno scelto di restare in Medio Oriente, ma una buona parte dovrà rientrare. Una prima stima indica che fra i 3 e i 5 mila guerriglieri potrebbero tornare in Europa o in Nordafrica nello spazio di pochi mesi, transitando in più frangenti attraverso l’Italia.
A Genova negli ultimi mesi sono stati intercettati tra il porto e l’aeroporto dieci stranieri con documenti greci taroccati. Nessuno di loro si è rivelato un foreign fighter di rientro, ma il dato è eloquente di quanto quei passaporti siano diffusi tra chi vuole mascherare la propria identità.
Il Viminale ha individuato due rotte precise che potrebbero essere battute dagli ex combattenti per tornare in patria. La prima è quella balcanica: è ritenuto «probabile» che i miliziani raggiungano Turchia e Grecia, quindi i i porti di Ancona, Brindisi e Bari dove – appunto – sono stati aumentati i controlli.
Il secondo itinerario possibile coinvolge la Libia e la Tunisia e quindi tocca direttamente gli scali di Genova e Palermo dove quotidianamente arrivano i traghetti dal Nordafrica.
Genova si conferma crocevia di viaggiatori sospetti: dai sospetti terroristi alle spie, passando ai ricercati per il crimine organizzato. L’aeroporto e il porto in questo ultimo anno hanno registrato un boom di stranieri fermati con documenti contraffatti, sia in arrivo che in partenza. Uno dei casi più eclatanti resta quello dei due fratelli iraniani fermati con falsi documenti belgi nel gennaio del 2016, con ogni probabilità 007 di Teheran.
Sono poi passati da Genova decine di trafficanti d’auto libici che – secondo la Procura – potrebbero finanziare il fondamentalismo islamico con le compravendite fuorilegge. Nel dicembre scorso, invece, due giovani albanesi che tentavano di raggiungere Londra sempre da Genova, anche loro con carte d’identità false greche, sono finiti in carcere.
C’è di che preoccuparsi, per questo le nostre autorità moltiplicano controlli e attenzione.