venerdì, maggio 2, 2025

La protesta delle persone che vivono ancora nella provvisorietà dopo cinque mesi dal terremoto, rimasta confinata finora nei paesi colpiti, si è spostata a Roma per farsi sentire nei palazzi del potere. Centinaia di terremotati sono sfilati in silenzio tra i vicoli di Roma. «Questo è ciò che si sente nei nostri paesi, nelle nostre case», dice Laura, una delle organizzatrici, ai manifestanti che scorrono lenti verso la Camera. «Il silenzio è la voce più forte che abbiamo».

Una delegazione ha incontrato la presidente della Camera Laura Boldrini e i rappresentanti di tutti i partiti, con l’obiettivo di portare richieste urgenti al governo, che nella prossima settimana dovrebbe approvare un decreto ad hoc per fare fronte alle ultime scosse di terremoto e all’emergenza neve. «All’incontro sono mancati però gli attori principali di questa situazione, i rappresentanti del governo e il commissario Vasco Errani», dice Giuseppe Mariani, che rappresenta i paesi colpiti nel territorio marchigiano, «e se le nostre proposte cadranno nel vuoto, torneremo a manifestare, con forme più forti e incisive di protesta».

Gli unici parlamentari a scendere in piazza per incontrare i terremotati sono alcuni deputati dei cinque stelle, tra cui Alessandro Di Battista. L’accoglienza, però, non è quella che probabilmente si aspettavano. «Non venite qui a fare passerelle mediatiche», dice Antonio guardando torvo Di Battista, che si difende: «Noi siamo all’opposizione, il timone è in mano al governo»

 

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