venerdì, maggio 2, 2025

E’ morto a 84 anni Stefano Rodotà, intellettuale di sinistra, si è contraddistinto per la sua libertà, dalla militanza radicale alla presidenza del Pds. Protagonista della vita pubblica italiana, si è sempre speso per far valere il suo punto di vista laico sui grandi temi del Paese. E’ stato anche il primo Garante della Privacy, nel 2013 è stato candidato al Quirinale con il sostegno di M5S e di pezzi di centrosinistra.

Ha fatto parte, in parlamento, delle commissioni bicamerali Bozzi e De Mita-Iotti per la modifica della Costituzione. Esce dal Parlamento nel 1994 e torna all’insegnamento universitario, ma nel 1997 diventa il primo presidente dell’Autorità per la privacy e vi rimane fino al 2005. Tra gli autori della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione europea. È stato componente del Gruppo europeo per l’etica delle scienze e delle nuove tecnologie.

Nel 2013 ha firmato l’appello di MicroMega per l’ineleggibilità di Berlusconi e nello stesso anno è stato il candidato per il Quirinale dal Movimento 5 Stelle. Era arrivato terzo alle consultazioni online dei grillini, ma Milena Gabanelli e Gino Strada rinunciarono. «Vivo queste manifestazioni con il giusto distacco ironico, è un periodo ipotetico dell’irrealtà – disse -Ho lasciato la politica parlamentare quasi vent’anni fa, non ho tratto benefici personali dai miei incarichi, ho rifiutato diverse offerte: una volta mi chiamò Prodi dalle Nazioni Unite chiedendomi di fare il commissario della Federcalcio, amo molto lo sport, a malincuore dissi di no. Se guardo indietro vedo che ho fatto sempre quello che mi sentivo capace di fare. E alla mia età mi fa sinceramente piacere che qualcuno si ricordi di me».

La camera ardente di Stefano Rodotà sarà aperta sabato alle 16 nella sala Aldo Moro di Montecitorio. Resterà aperta anche domenica dalle 10 alle 19.

 

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