La cantante italo americana aveva promesso di tornare a Manchester dopo le terribile notte della strage e così è stato. Sono accorsi a decine di migliaia ad ascoltarla, oltre 50.000, alla serata del One Love Manchester. Il live di beneficenza, in una città e in un Paese blindati, si è svolto sotto una sorveglianza strettissima allo stadio del cricket di Old Trafford. Giustificati, visto il clima nel paese, i controlli efficaci lungo tutto l’anello d’acciaio creato attorno all’impianto. Verificati minuziosamente ogni spettatore e ogni zainetto.
Una festa e un incoraggiamento a «superare i momenti difficili insieme», come ha detto in apertura il sindaco-governatore della città, Andy Burnham. L’entusiasmo ha raggiunto il clou quando sul palco è tornata proprio Ariana, promotrice di questo evento di solidarietà. Con i pantaloni stracciati di ordinanza, una felpa bianca con su scritto in rosa One Love Manchester, un corpo di ballo scatenato e le sue hit: cantate a squarciagola anche dalla platea.
La festa è stata animata anche da altri grandi nomi del pop internazionale cari ai giovanissimi, da Justin Bieber, a Katy Parry, all’ex ragazza terribile Miley Cyrus. E poi, fra i tanti, Coldplay, Take That, Pharrell Williams. Con un tocco di commozione in più quando il veterano Robbie Williams ha intonato un suo successo, Strong, cambiandone il testo in onore di Manchester; o quando è comparso l’enfant du pays Liam Gallagher, ex Oasis. O ancora quando i Coldplay hanno suggellato la serata con un cavallo di battaglia proprio degli Oasis, diventato un po’ l’inno della Manchester del dopo attentato che non vuole restare prigioniera del terrore: Don’t look back in anger. Non guardare indietro con rabbia.