Dopo essere stati gentilmente sfrattati dagli alberghi della costa, che attendono i turisti, i poveri terremotati, anche troppo acquiescenti nonostante le deficienze del governo nei loro riguardi, sono ancora lì che aspettano le fantomatiche casette promesse . Nove mesi dopo la prima scossa, la ricostruzione è una parola quasi cancellata dal vocabolario di chi ha subito danni. E le casette che, secondo i rosei scenari del governo, avrebbero dovuto ripopolare gli Appennini intorno ad aprile, sono un miraggio: ne sono state consegnate circa il 5% del totale. Nel frattempo il numero dei Comuni coinvolti è raddoppiato, quello delle persone da assistere è aumentato di almeno dieci volte e restano ancora cumuli di macerie.
Rompendo il silenzio della stampa allineata e coperta il giornale torinese, La Stampa appunto, ha fatto un viaggio nelle zone colpite dal sisma e ha constatato che quasi tutto è rimasto come prima, peggio di prima. Con le persone e i sindaci scoraggiati che non ne possono più e non hanno ormai neppure la forza di protestare, tanto la macchina predisposta a suo tempo da Renzi e Errani stenta a funzionare, anzi non funziona proprio.
Le popolazioni deluse e arrabbiate potranno tornare nella loro terra solo quando saranno consegnate le casette, le Sae, Soluzioni Abitative di Emergenza, secondo l’immaginifica e altisonante terminologia renziana, chiacchiere come al solito. Nel frattempo gli abitanti dei Monti Sibillini e delle montagne di Amatrice e dintorni hanno imparato a vivere con la valigia sempre pronta. Gran parte di chi è andato sulla costa ha dovuto accettare di lasciare il posto ai turisti estivi. La scadenza del contratto per gli ospiti del Natural Village di Porto Potenza Picena, secondo le istituzioni, è il 31 maggio; ma dei 180 ospiti soltanto in 12 hanno aderito in modo volontario al trasferimento, gli altri hanno deciso di rimanere, non sanno dove andare, non ci sono soluzioni alternative (dopo nove mesi). Un bel pasticcio.
La macchina del dopo-terremoto è in forte ritardo. La colpa? Del governo che ha sbagliato tutto dall’inizio, sostengono i sindaci. Della burocrazia, sostiene Renzi. A Norcia sono state consegnate 101 casette su 500. Ad Amatrice 25 su 595. Nulla a Visso. Nulla a Ussita. Forse ne arriveranno 26 a giugno ad Arquata del Tronto. Un’inezia, e il tempo trascorre implacabile. E non si vedono soluzioni possibili a breve.