Dopo che Ismail Hosni, il 20enne italo-tunisino aggressore della Stazione di Milano, ha ferito, per fortuna in modo non grave, un agente e un militare che pattugliavano la stazione centrale, invasa dai migranti, la magistratura e la Digos hanno scoperto possibili suoi legami con il terrorismo islamico (non islamista come dicono i buonisti), in particolare con l’Isis.
Come sempre succede in questo paese dei campanelli è partita subito la battaglia politica, da un lato la destra, in particolare la Lega con il Governatore Maroni, che mette sotto accusa il lassismo verso l’accoglienza e l’immigrazione, dall’altro la sinistra che, con il Sindaco Sala, cerca di minimizzare l’episodio sostenendo che non si tratta di immigrato ma di italiano. In effetti Hosni ha acquisito cittadinanza italiana per parte di madre, ma sembra aver acquisito tutto il resto dal padre tunisino, e ha denotato una pericolosa tendenza alla solidarietà con le posizioni e gli appelli dell’Isis, almeno da quanto risulta dagli accertamenti in corso sul suo profilo Facebook.
Neppure questo episodio, gravissimo, ha però convinto i sinistri sostenitori dell’accoglienza ad ogni costo (in vista della concessione della cittadinanza e dei voti futuri per il Pd) a recedere da una manifestazione organizzata, in favore degli immigrati, dalle associazioni dedite all’accoglienza, con l’adesione del comune di Milano. Si assiste così alla sconcertante concomitanza di due tutori dell’ordine all’ospedale e di una manifestazione pro immigrazione, che implicitamente è volta anche contro i controlli e le forze dell’ordine che tali controlli effettuano. Si sperava a questo punto che almeno le istituzioni si dissociassero, ma non è così.
SINDACO – Il Sindaco Giuseppe Sala, dopo aver visitato (per onor di firma) i feriti, ha proclamato solennemente, tornando nei panni a lui più confacenti del politicante: «Vedo alcuni che chiedono l’annullamento della marcia e ripenso a quanti erano in coda per rubare un selfie con il Papa nel corso della sua visita a Milano, salvo dimenticarsi all’istante l’insegnamento del Santo Padre. Forse un po’ di coerenza non guasterebbe. Il criminale che ha accoltellato gli uomini delle forze dell’ordine è figlio di madre italiana e di padre nordafricano ed è italiano a tutti gli effetti. Ciononostante a qualcuno fa comodo buttare questo atto criminoso sul conto dei migranti». Osservo che lo stesso si può dire per coloro ai quali fa comodo il contrario.
GRASSO – Ma – fatto ancor più grave – addirittura la seconda carica dello Stato, il magistrato Giuseppe Grasso, Presidente del Senato, dopo aver visitato, anche lui presumiamo perché non poteva farne a meno, i feriti in ospedale, ha sentenziato: «l’aggressione in Stazione Centrale è una reazione violenta ad un accertamento legittimo. Non bisogna enfatizzare un episodio per evitare di fare qualcosa che tutta Europa ormai sente e che dobbiamo far sentire anche a quella parte che non condivide». Certo Presidente, la circostanza che siano stati feriti due servitori dello Stato che facevano il proprio dovere da parte di un individuo indagato per terrorismo per Lei costituisce una quisquilia indifferente, tanto che parteciperà alla marcia a favore dei migranti!
BOLDRINI – Gli fa eco la collega presidenta della camera Laura Boldrini che esclama indignata: «Chi vuole vivere in una città di muri o in un Paese di muri? Non capisco il senso della richiesta (cancellare la marcia).Quello che è successo ieri è molto grave e la mia solidarietà va a chi è rimasto ferito. E’ importante che le indagini facciano chiarezza e si vada fino in fondo. Ma questo nulla ha a che vedere con la marcia». Brava presidenta, una goccia di solidarietà non si nega a nessuno, ma è importante che si proceda nella difesa a spada tratta dei migranti (anche di quelli che delinquono?).
PINOTTI – Per fortuna il ministro Pinotti, responsabilmente, ha voluto ricordare il sacrificio e il senso del dovere di militari e forze dell’ordine, che sono chiamati a gestire il problema della sicurezza e ordine pubblico, compromesso anche in virtù dell’eccessiva presenza di un’immigrazione incontrollata ed arrogante. Visitando anche Lei i feriti ha dichiarato: «Strade Sicure anche in questa occasione ha dimostrato la sua utilità. Purtroppo le minacce si sono ampliate, l’attenzione al terrorismo va fatta pensando di prevenire le azioni più imprevedibili, come quella a Milano fatta con un coltello da cucina».
Assordante il silenzio del Presidente Mattarella e dell’ex premier Matteo Renzi.
Paolo Padoin