venerdì, maggio 2, 2025

Finalmente un tribunale, mettendo da parte interpretazioni buoniste, applica il diritto e stabilisce che i rom non possono vivere al di fuori della legge e che anche loro sono tenuti a rispettare le regole vigenti nel nostro paese. Respingendo le tesi di una famiglia rom che invocava presunti diritti a tutela delle minoranze. La legge vale per tutti i cittadini quale che sia la loro origine etnica e i nomadi sinti non possono invocare i diritti delle minoranze per conservare le loro case abusive. In base a questo principio il Tar del Piemonte ha confermato la validità di un provvedimento con cui il Comune di Givoletto (Torino) lo scorso gennaio aveva ordinato la demolizione di alcuni fabbricati che sorgono su terreni di proprietà municipale a destinazione agricola.

Una donna aveva presentato ricorso lamentando eccesso di potere in relazione al diritto nazionale e internazionale volto alla protezione del diritto al domicilio della popolazione di etnia rom. Quelle del Comune, a suo dire, sarebbero state misure repressive di carattere discriminatorio. Il Tar è stato di diverso avviso: «Invocando la propria origine etnica – è scritto nella sentenza – la parte si limita a pretendere una disapplicazione della legge in proprio favore mentre il diritto alla scelta di una vita sedentaria da parte delle popolazioni zingare nulla ha a che vedere con il preteso diritto a violare la legge». Tanto più, sottolineano i giudici, che la legge regionale piemontese favorisce certamente l’accesso alla casa da parte delle famiglie zingare. Semaforo verde, dunque, alla demolizione di due prefabbricati, un cancello carraio e una recinzione.