venerdì, maggio 2, 2025

La Commissione, dopo due anni di tregua in cui aveva messo in stand by la procedura d’infrazione contro l’Italia, ha deciso ora di passare alla seconda fase perché, nonostante i leggeri miglioramenti registrati, il nostro resta il Paese con i tempi più lunghi tra i 28. ha inviato quindi un parere motivato, che lascia all’Italia due mesi di tempo per rimediare, pena il deferimento alla Corte di giustizia Ue.

La Commissione Ue, oltre all’Italia, ha chiesto di agire anche a Grecia (lettera complementare di messa in mora), Spagna e Slovacchia (lettera di messa in mora) per ragioni diverse, mentre ha chiuso l”infrazione nei confronti del Portogallo. «Chiedendo agli stati membri di rispettare le regole sul ritardo dei pagamenti, proteggiamo le imprese e aiutiamo la competitività dell”Ue», ha dichiarato la commissaria al mercato interno Elzbieta Bienkowska.

 

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