venerdì, maggio 2, 2025

La Ue cerca di chiudere la rotta del Mediterraneo. Al vertice informale del 3 febbraio a La Valletta, Federica Mogherini e la Commissione presenteranno il piano per frenare i flussi dalla Libia all’Italia, migliorare le condizioni dei migranti nei campi libici e favorire i ritorni ma anche garantire le richieste di asilo. Il piano è contenuto in una Comunicazione approvata oggi dal Collegio. Alla Libia verranno forniti i mezzi per avere un ruolo centrale nel controllo e nei salvataggi nelle acque territoriali, con il coordinamento dell’operazione, denominata Sophia, già in atto nel Mediterraneo, col precipuo scopo di individuare, fermare e mettere fuori uso imbarcazioni e mezzi usati o sospettati di essere usati dai contrabbandieri o dai trafficanti di esseri umani nel pieno rispetto del diritto internazionale.

Tra i punti principali, del nuovo piano il completamento dell’addestramento della guardia costiera libica e la fornitura dei mezzi navali necessari per avere un ruolo centrale nel controllo e nei salvataggi nelle acque territoriali, riportando i migranti sulla costa, in collegamento con un Centro di coordinamento operativo in primavera con le informazioni dell’Operazione Sophia e di Italia, Malta, Grecia, Cipro, Francia, Spagna e Portogallo. Il piano Ue propone poi almeno 200 mln di finanziamenti di progetti in Libia e punta a rafforzare la frontiera sud aumentando anche la cooperazione conEgitto, Tunisia e Algeria per evitare che si creino rotte alternative.
Atro punto rilevante del piano, la proposta di incrementare la cooperazione con la Iom e lo Unhcr, ma anche con le municipalità libiche per migliorare le condizioni di vita nei campi in Libia che vengono definite come inaccettabili e molto lontane dagli standard internazionali e da una parte favorire i ritorni ai paesi di origine per i migranti economici che non possono restare in Libia e non hanno speranze di raggiungere l’Europa, dall’altra assicurare che possa ottenere protezione chi ha diritto all’asilo.
Per il controllo della frontiera sud, attraverso la quale passano i flussi, la Ue intende aumentare il lavoro con i paesi già coinvolti nei ‘compact’ come Niger e Mali, ma anche con il Ciad. Inoltre propone di rafforzare ulteriormente l’operatività della missione Eucap Sahel operativa ad Agadez, ma anche valutare i progetti per dare un’alternativa economica alla regione nel Niger settentrionale che attualmente di fatto vive del contrabbando di esseri umani. A lungo termine si propone di valutare se una missione civile e di sicurezza della Ue possa sostenere una guardia di frontiera libica eventualmente con un’azione combinata della Guardia di frontiera europea per migliorare il monitoraggio ed il flusso informativo.

 

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