venerdì, maggio 2, 2025

Oltre un centinaio di cittadini somali, parenti ed amici, hanno partecipato ai funerali di Alì Muse Mohamud, 44 anni, il somalo morto nel rogo del capannone-rifugio a Sesto Fiorentino dieci giorni fa. Al cimitero di Trespiano, sulle colline di Firenze, i somali sono arrivati con un pullman affittato da Osman Gaal, il rappresentante della comunità somala a Firenze. Nel settore dei musulmani la bara è stata tumulata dopo una breve cerimonia alla quale ha partecipato l’imam di Firenze, presidente dell’Ucoii, Izzedin Elzir. E’ stato lui a sottolineare come Muse «ha sacrificato la vita per la sua famiglia», quando ha deciso di rientrare nel capannone dell”ex mobilificio Aiazzone, già in fiamme, per prendere i documenti che gli servivano per il ricongiungimento con la sua famiglia. L’imam ha ricordato come tutti coloro che muoiono per una calamità naturale, o per un incendio o un naufragio, per la religione musulmana sono shaheed, ossia martiri. Izzedin Elzir ha invitato tutti i presenti ad essere ora accanto alla sua famiglia, perché comunque Alì sta vivendo un’altra vita, quella eterna.

Dopo un breve saluto dell’imam della comunità somala e del fratello del 44enne, è intervenuto anche un rappresentante dell’ambasciata somala in Italia. Infine hanno portato un breve saluto anche gli assessori dei Comuni di Firenze e Sesto, Sara Funaro e Donatella Golini. «Non potevamo che accollarci i costi del funerale di Alì Muse perché la morte di una persona in questo modo – ha detto l’assessore Funaro – è qualcosa che non deve accadere. Siamo vicini alla sua famiglia».