venerdì, maggio 2, 2025

Come noto il ministro Minniti ha annunciato una stretta sull’immigrazione e misure per la miglior tutela della sicurezza urbana, attribuendo maggiori poteri ai sindaci, che finora per la verità non hanno dato grandi prove di saper gestire facilmente questa scottante materia. Ma dovrebbe essere anche l’occasione per inasprire le pene per alcuni reati che destano maggiormente allarme sociale.

Sarà un piano complessivo articolato in sei punti cardine. già ampiamente noti:
– I sindaci avranno più poteri e potranno firmare ordinanze in tema di sicurezza così come per misure destinate a ridurre il commercio abusivo, che per l’accattonaggio o la movida troppo rumorosa.
– Arrivano «zone rosse» superprotette Alcune aree urbane saranno dichiarate «zone rosse», saranno sottoposte a sorveglianza stretta sul fronte della sicurezza ma anche del decoro.
– Daspo contro gli spacciatori, o chi commette reati contro la sicurezza urbana, anche minorenni. Il questore potrà vietargli l’accesso in particolari zone della città
– Regole più severe per le manifestazioni e norme più restrittive anche sul fronte dei cortei e delle manifestazioni: vietato il centro storico, non sarà più tollerata la presenza di manifestanti con caschi e bastoni.
– I migranti accolti potranno lavorare: i migranti cui sarà riconosciuto il diritto d’asilo dovranno svolgere attività lavorative socialmente utili, come pulizia dei giardini, manutenzione delle strade odi infrastrutture pubbliche.
– Richiedenti asilo, scatta il bonus per i Comuni: bonus e ulteriori fondi pubblici andranno ai Comuni che accoglieranno un maggior numero di migranti o che attiveranno iniziative di accoglienza integrazione.

SINDACI – In tale quadro risulterà strategico il ruolo dei sindaci ai quali verrà assegnato maggiore potere di ordinanza: potranno definire una sorta di zone rosse, luoghi dove non è consentito l’accattonaggio, ma anche lo spaccio incontrollato, la presenza di posteggiatori abusivi, la movida molesta. Tutto ciò, insomma, che riguardi il decoro e la sicurezza dei cittadini. Magari dopo un passaggio nel Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, per concordare le misure con prefetto e Forze dell’ordine.

PIANO – Il piano, che ricalca quello approntato durante il ministero di Angelino Alfano, prevede interventi mirati contro spacciatori, anche minorenni, writerse mendicanti. Proposte ispirate in gran parte alle bozze circolate in questi mesi e, già discusse dall’Anci, anche con i sindacati di polizia. Obiettivo principale è garantire la vivibilità e la sicurezza dei cittadini in una serie di luoghi diventati problematici. Come le grandi stazioni dove convivono degrado, sofferenza, e rischi.

SICUREZZA URBANA – Se fino a oggi la sicurezza urbana era completamente affidata a prefetto e questore, con il nuovo testo i sindaci avranno il potere di firmare ordinanze in materia di sicurezza. Poteri che includerebbero la possibilità di creare aree a «tolleranza zero» anche contro la prostituzione e il divieto ai cortei nel centro storico.

QUESTORE – Si rafforzano poi i poteri affidati al questore con la possibilità di punire con il cosiddetto «daspo urbano» i presunti responsabili di reati con forte impatto sociale. I denunciati per spaccio di sostanze stupefacenti, a esempio, anche minorenni, potranno subire il divieto di frequentare determinate zone, locali, scuole, per un massimo di cinque anni. Chi sgarra finisce in carcere.

REATI – Più in generale, il testo prevede l’inasprimento delle pene per il furto in abitazione, lo scippo, il deturpamento e l’imbrattamento. Per rapine e furti, le pene potrebbero aumentare di un anno rispetto a quanto previsto attualmente (per il furto semplice oggi si va da sei mesi a tre anni). Sanzione a due anni per il furto in appartamento. Destinato a far discutere è l’introduzione di un nuovo reato per chi «tenga condotte lesive del decoro urbano» (ubriachi molesti, commercianti abusivi, accattoni e tossicodipendenti): la punizione sarà una multa da 300 a 900 euro.

MANIFESTAZIONI – Infine, un’ulteriore stretta potrebbe riguardare le manifestazioni politiche e sindacali. Oltre alla possibilità di vietare i cortei in centro attribuita ai sindaci, sarà punito con il carcere da due a cinque anni chi, presente al corteo, indossi caschi protettivi, lanci razzi o abbia bastoni o arm i.

IMMIGRAZIONE – Nel piano che riguarda l’immigrazione sono individuate alcune priorità: rimpatri, espulsioni e, allo stesso tempo integrazione. Il progetto è di riaprire i Cie e di introdurre tra i requisiti per accedere allo status di rifugiato la partecipazione ad attività lavorative socialmente utili. Ancora sul fronte immigrati sta per partire la distribuzione ai Comuni del bonus di 500 euro per ogni richiedente asilo ospitato, come prevede il decreto fiscale che stanzia complessivamente 100 milioni di euro. Si tratta, ha detto il sindaco di Prato e delegato Anci all’Immigrazione, Matteo Biffoni, di «un segno di attenzione che il governo Renzi ha dato ai sindaci, che ogni giorno si assumono la responsabilità della gestione di un fenomeno complesso. Un contributo una tantum, certo, ma sicuramente il primo atto tangibile».

HOTSPOT – Risorse aggiuntive vengono riconosciute ai Comuni sede di porti di sbarco e di hotspot. Il contributo ha l’obiettivo di incentivare i Comuni accoglienti, che sono solo un terzo del totale. Risorse maggiori a Roma, Torino e Milano, visto che nei grandi centri si registrano le presenze più alte di richiedenti asilo. Viminale e Anci puntano ad un’equa distribuzione, coinvolgendo il maggior numero di centri possibile in progetti di ospitalità, privilegiando la rete Sprar. Per i sindaci che non aderiscono, c’è il rischio di vedersi imporre presenze di stranieri da parte dei prefetti.

SBARCHI – E se il 2016 è stato l’anno record con 181.436 sbarchi, il 2017 è iniziato sulla stessa linea, anzi. Nei primi 17 giorni dell’anno, secondo i dati del Viminale, sono giunte via mare 2.397 persone, più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2016, quando gli arrivi erano stati 1.073.

Corriamo ai ripari prima che sia troppo tardi. Col rischio di assistere alla moltiplicazioni delle rivolte dei pretesi profughi, come a Conetta e a Firenze, che pretendono il rispetto di supposti diritti, con la regia di associazioni e movimenti che sfruttano il fenomeno immigrazione.

 

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