L’ex boss della Mala del Brenta, Felice Maniero, ha consegnato spontaneamente il suo tesoro, pari a 17 mln di euro, frutto della sua attività criminale tra il 1982 ed il 1995, ma la Guardia di Finanza e la Procura distrettuale antimafia di Venezia cercano altro denaro e l’indagine è ancora in corso.
Il tesoro era nascosto in Toscana. Ville, conti correnti intestati a prestanome, 27 auto di lusso tra cui una Bentley, tre Porsche e 8 Mercedes, per un valore totale di 17 milioni di euro. Sono stati gli investigatori del nucleo speciale di polizia valutaria di Roma della Guardia di Finanza, coordinati dalla direzione distrettuale antimafia di Venezia, a scoprire quello che fino ad oggi era rimasto nell’ombra.
A renderlo noto, oggi, il Procuratore aggiunto Adelchi D’Ippolito, che ha affidato l’inchiesta ai Pm Paola Tonini e Giovanni Zorzi, nel corso di una conferenza stampa dopo l’operazione che ha portato nei giorni scorsi al sequestro di beni riconducibili all’ex boss, poi pentito.
Due persone sono state arrestate: il promotore finanziario Michele Brotini, 49 anni, di Fucecchio, è finito ai domiciliari mentre il dentista Riccardo Di Cicco, 61 anni, ex marito di Noretta Maniero, la sorella di «Faccia d’angelo», è finito in carcere. Sotto inchiesta è finita anche la madre di Maniero Lucia Carrain.
L’inchiesta ipotizza, a vario titolo, i reati di riciclaggio di proventi illeciti e intestazione fittizia di beni, aggravati dalla finalità mafiosa. Una montagna di soldi quella accumulata dal boss fino a metà degli anni Novanta, soprattutto con il traffico di droga e le bische clandestine: l’equivalente di 33 miliardi dell’epoca che ora ammonterebbero a circa 50 milioni di euro.