venerdì, maggio 2, 2025

Stamattina, con la riunione del direttorio della Banca d’Italia che dovrebbe approvare l’offerta (da un euro) di Ubi avanzata la settimana scorsa, scrive Il Sole 24 Ore oggi in edicola, dovrebbe chiudersi il lungo periodo d’incertezza che ha visto protagoniste Banca Marche, Popolare Etruria e CariChieti.
Intanto, però, si può stimare quanto sia costato alle tre banche il periodo di «congelamento», comprensivo del commissariamento e poi della nuova vita – dopo il salvataggio di novembre 2015 – da good banks. Ad Arezzo, in Popolare Etruria, i commissari erano arrivati nel febbraio 2015, il conto è pesante: il 41% della raccolta persa, lo stock impieghi dimezzato, appena otto filiali chiuse.
Tornando alle good banks, «la definizione della vendita rende necessario per il Fondo nazionale di risoluzione sostenere ulteriori oneri per 1,5 miliardi», ha detto ieri il capo del dipartimento vigilanza della Banca d’Italia, Carmelo Barbagallo, in audizione sul decreto salva risparmio. Ma non è detto che bastino: da coprire, infatti, ci sarà ancora la ricapitalizzazione da 350 milioni richiesta da Ubi, una voce aggiuntiva che però potrà essere compensata da eventuali plusvalenze ottenute dalla Rev sugli Npl.

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