venerdì, maggio 2, 2025

Entro gennaio potrebbe essere annunciato il “fidanzamento” tra Italian exhibition group e Arezzo Fiere. Non si tratta di un matrimonio com’è successo tra Rimini Fiera e Fiera di Vicenza (che ha dato vita, appunto, a Ieg). «L’obiettivo è quello di un’aggregazione di filiera – spiega al Sole 24 Ore oggi in edicola il presidente di Arezzo Fiere Andrea Boldi (nella foto) – e non una fusione societaria. Non è prevista nessun trasferimento di attività ed eventuali avanzamenti dell’aggregazione si decideranno più avanti. Con Fiera Vicenza abbiamo raggiunto un’intesa nella filiera dell’oro-gioielleria e l’accordo con Ieg, nelle prossime settimane, è il naturale approdo. L’accordo lo dovremo sottoscrivere subito o mai più».
Boldi, a causa della debolezza finanziaria di Arezzo Fiere, non sottoscriverà un accordo che non desidera: «Per il secondo anno consecutivo – sostiene il manager in carica da 30 mesi – la gestione caratteristica di Arezzo Fiere è in equilibrio e produce cassa. Certo, paghiamo il dazio della mancata sottoscrizione per 3 milioni dell’aumento di capitale da parte del Comune di Arezzo e della riduzione di apporto, per 500mila euro, da parte della Regione. Ma ora le banche hanno preso atto della nuova gestione e ci danno fiducia».
Nel 2015 Arezzo Fiere ha fatturato 4,8 milioni (4,4 nel 2014) con un Ebitda positivo per 1,1 milioni ma una perdita netta di 211mila euro dopo l’accantonamento di 500mila euro per un contenzioso Ici-Imu relativo al decennio 2005/2015. Il debito complessivo sfiora i 6 milioni a fronte di un capitale netto iscritto a bilancio di una quarantina di milioni.
«Nel 2016 – annuncia Boldi – il fatturato sarà in linea con l’anno prima e con un quasi pareggio» ma i debiti pregressi «limitano fortemente l’operatività e il potere contrattuale rispetto ai fornitori».

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