Decreti Salvini: saranno due i provvedimenti di modifica, uno per la sicurezza, l’altro per l’immigrazione

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Dopo il primo esame del governo sul progetto di modifica del decreti Salvini sui temi di sicureza e immigrazione, non sono uscite moltenindiscrezioni, si sa solo che non c’è accordo su tutti i unti e che per questo il provvedimento sarà scisso in due, un decreto per l’immigrazione, l’altro per la sicurezza.
Dal Corriere della Sera Fiorenza Sarzanini, sempre molto vicina alle ministre dell’interno (prima Cancellieri, adesso lamorgese) fa capire che al centro delle modifiche delle norme sull’immigrazione ci saà la «salvaguardia dei diritti umani» a partire da quell’articolo che impedisce «il divieto di espulsione per le persone a rischio di tortura», come lo aveva scritto Salvini, che viene integrato prevedendolo anche per chi rischia «trattamenti inumani e degradanti». Le commissioni territoriali avranno maggiori poteri sia per riesaminare «la domanda reiterata in fase di esecuzione di un provvedimento di allontanamento» sia nel «rilascio di un permesso di soggiorno agli stranieri in condizioni di salute di particolare gravità» oppure «per la concessione di dell’autorizzazione giudiziaria a permanere sul territorio per assistenza a familiari minori». La proposta di far scendere a 120 giorni la permanenza nei centri mira a snellire le procedure di rimpatrio, ma si prevedono pene più severe «per l’allontanamento arbitrario da tali strutture e per le condotte violente commesse nei Cpr», dove andranno anche «gli stranieri condannati e quelli in attesa di rimpatrio negli Stati che hanno un’intesa con l’Italia».
Nei decreti sicurezza Salvini aveva previsto pene più severe —fino a 5 anni di carcere — per minacce e ingiurie a pubblico ufficiale, inserendo nell’elenco anche i dipendenti pubblici. Un’impostazione che secondo il Quirinale «impedisce al giudice di valutare la concreta offensività delle condotte poste in essere» e «solleva dubbi sulla sua conformità al nostro ordinamento e sulla sua ragionevolezza nel perseguire in termini così rigorosi condotte di scarsa rilevanza». Per questo nella nuova formulazione si limita la valenxa agli agenti di polizia, agli ufficiali di pubblica sicurezza, ai vigili urbani e ai magistrati in udienza.
Una sterzata anche sulle decisione relativa agli sbarchi dei migranti, che saranno in capo a chi guida il governo. Perché quando si tratta di bloccare gli sbarchi di migranti, di fermare una nave battente bandiera straniera non può che essere il presidente del Consiglio ad essere il responsabile di ogni scelta. Facendo anche da scudo agli altri ministri, evitando per esempio che possa esserci un altro caso Gregoretti o un’altra vicenda Open Arms, con conseguenti strascichi giudiziari.
La regia su temi come sicurezza e immigrazione tornerebbe dunque a palazzo Chigi, esautorando di fatto il ministero dell’interno. La cabina di coordinamento sarà la sede del governo.In questo modo si limitano i poteri del ministro dell’interno, per timore che in quel posto ci possa tornare Salvini. Potrà essere il capo dell’esecutivo, coinvolgendo tutti i ministri interessati alla materia, a firmare in prima persona i decreti legge che vengono deliberati dal Cdm e emanati dalla presidenza della Repubblica.
Il lavoro di riscrittura dei Dl Salvini sarà probabilmente lungo. Lamorgese ha chiesto tempo prima di inviare un documento che possa riassumere tutte le proposte sul tavolo. Dalla reintroduzione della protezione umanitaria al potenziamento del sistema di prima accoglienza; dal tema dell’eliminazione o riduzione delle multe alle Ong («Si va verso una proporzionalità», dice il viceministro dem Mauri) all’iscrizione all’anagrafe comunale per i richiedenti asilo. Ma ogni modifica andrà concordata con il M5s che si è messo in parte di traverso. «Bisogna attenersi solo ai rilievi del Capo dello Stato», ha spiegato anche ieri il capo delegazione Bonafede.
Vedremo come se la caverà il ministro Lamorgese, se riuscirà a contemperare le esigenze di Leu e Dem da un lato e di Iv e M5S dall’altro, seguendo la linea dettata dal Capo dello Stato. La separazione delle materie della sicurezza e dell’immigrazione potrà facilitare il suo compito, che resta peraltro arduo.

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