Memorandum con la Libia: il rinnovo nel mirino delle Ong e delle istituzioni europee

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Il prossimo 2 febbraio il testo attuale del Memorandum tra Roma e Tripoli, se non sopraggiunge l’accordo sul nuovo documento, è rinnovato in automatico. L’intesa triennale firmata il 2 febbraio del 2017 dall’allora premier italiano Paolo Gentiloni con il capo del Consiglio presidenziale libico Fayez al Sarraj ha effettivamente una durata triennale, ma l’Italia, già tre mesi fa, accettando di rispettare l’intesa, ha scelto di proseguire la collaborazione con i libici con la possibilità, però, di modificare il testo tramite «uno scambio di note, durante il periodo della sua validità»

Le pressioni politiche per modificare il Memorandum 2017 sono numerose. Ieri il Consiglio d’Europa ha chiesto all’Italia lo stop a tutte le intese con la Guardia costiera libica finché non saranno garantiti i diritti umani dei migranti. Uno stop molto complicato in un andamento di rialzo incontrollato degli sbarchi: 1.275 migranti dall’inizio dell’anno al 31 gennaio. Nel 2019 erano stati solo 202. I1 tema umanitario, comunque, resta al centro dei dossier.

Il Viminale e la Farnesina stanno preparando alcuni emendamenti che dovrebbero includere maggiori garanzie per quanto riguarda il rispetto dei diritti dei migranti detenuti in Libia e la graduale chiusura dei centri di detenzione. Le modifiche dovrebbero inoltre essere concordate nelle riunioni del comitato misto composto da un numero di membri uguale tra le parti, come previsto dall’articolo 3 del Memorandum.

In particolare la proposta di revisione si «pone l’obiettivo di garantire maggiori tutele alle vittime dei traffici irregolari e promuovere il superamento del sistema di gestione del fenomeno migratorio basato sui centri di accoglienza in favore di nuove formule che possano favorire un maggiore ruolo di coordinamento c intervento delle Organizzazioni internazionali, a partire dall’Onu, e della società civile».

Restano invece sostanzialmente immutati i termini di inquadramento della cooperazione nella prevenzione e nel contrasto dei traffici irregolari e nella protezione delle frontiere, che nei tre anni precedenti ha conseguito importanti risultati e che per questo motivo l’Italia intende preservare.

Lunedì arriverà a Roma il ministro dell’interno del governo riconosciuto dall’Onu, Fathi Bashagha, per incontrare i ministri Lamorgcse e Di Maio. La priorità non è certamente il memorandum, perché sono tante le questioni sulle quali discutere: dal traffico di migranti agli interessi economici del nostro paese in Libia. Di sicuro, però, un accenno verrà fatto, così come verrà manifestata la volontà di modificare gli accordi sottoscritti tre anni fa.

Sul rinnovo del memorandum, intanto, si stanno sollevando molte polemiche politiche e da parte delle organizzazioni non governative e di istituzioni europee. «L’Italia deve sospendere con urgenza le attività di cooperazione con la guardia costiera libica almeno fino a quando quest’ultima non potrà assicurare il rispetto dei diritti umani», ha chiesto Dunja Mijatovic, commissario dei diritti umani dcl Consiglio d’Europa.

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