Grandi opere Toscana: Rossi sostiene nomina commissari, comitati contestano il Governatore

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«Dobbiamo senza dubbio accelerare gli investimenti e la realizzazione delle grande opere e l’idea di un commissario speciale per ciascuna di quelle in cui si registrano ritardi potrebbe essere utile, penso ad esempio alla realizzazione della darsena Europa e al corridoio tirrenico in Toscana, o ad altre opere che sono da troppo tempo ferme». A dirlo il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi in occasione del convegno sullo sviluppo infrastrutturale organizzato dalla Cisl al Centro studi ricerca e formazione di Firenze, commentando la proposta di un commissario nazionale per ciascuna grande opera lanciata a conclusione del dibattito della segretaria Cisl, Annamaria Furlan.

«Sono disponibile a discutere e vedere quali sono le opere ritenute prioritarie su cui una figura straordinaria potrebbe rivelarsi utile –
ha spiegato Rossi – anche se non mi piace chiamarlo commissario. Sarebbe utile una figura istituzionalizzata con il potere e l’autorità per sostituire l’amministrazione pubblica quando questa non riesce a portare avanti un’opera o non decide in tempi stretti. Non credo sia una lesione della democrazia, anzi. Io stesso sono stato commissario in diverse situazioni e grazie all’uso di commissari sulle opere di sicurezza idraulica sono stati fatti tanti dei lavori che hanno salvato la Toscana dalle alluvioni in occasione delle precipitazioni straordinarie dei miei scorsi».

«Naturalmente – ha aggiunto – sarebbe auspicabile che la nomina del commissario venisse concordata tra il ministro e il presidente della Regione, in modo che anche quest’ultimo possa svolgere una sorta di monitoraggio sull’operato del commissario. Sarebbe inoltre importante che la politica tornasse al centro delle decisioni, accompagnata da un vero dibattito pubblico, dove tutti i soggetti coinvolti o interessati partecipano e portano contributi, spesso anche idee nuove e non convenzionali. Ma una volta terminata la discussione, l’opera deve essere fatta, perché la continuità nella pubblica amministrazione è necessaria e non è possibile per una grande opera fare una project review con ogni ministro. Del sottoattraversamento Tav discuteva già Vannino Chiti quando era presidente della Regione. Ci sono state sette riprogettazioni per la Tav a Firenze. Dobbiamo assolutamente evitare che ogni ‘genio’ che si alza rimetta tutto in discussione, anche perché in Toscana è noto che di geni ce ne sono tanti».

Questa la reazione del Comitato No tunnel Tav: «Il Comitato No Tunnel TAV di Firenze legge con stupore le dichiarazioni del Presidente della Regione Enrico Rossi in cui si arriva a ipotizzare un commissario per realizzare le infrastrutture che si sono arenate in Toscana. È una richiesta che lascia senza parole: si pensa di trovare una figura cui dare poteri che saltino a piè pari tutti i problemi ambientali e progettuali esistenti? Rossi non vuol riconoscere che la politica delle infrastrutture in Toscana è un grande fallimento, non per lacci e lacciuoli burocratici, ma perché i progetti sono profondamente sbagliati, piegati soprattutto agli interessi dei costruttori.
Se il sottoattraversamento è fermo è perché ci sono errori marchiani nella progettazione, in particolare nello smaltimento delle terre di scavo; se l’aeroporto è stato stoppato è perché la VIA (valutazione di impatto ambientale) ha più di 140 prescrizioni, cioè ci sono una moltitudine di errori progettuali.
Inginocchiarsi di fronte ai costruttori fino a chiedere uno strumento tutt’altro che democratico come il commissariamento è una cosa che fa a pugni con l’immagine che Rossi vuol dare di sé.
Quanto alle dichiarazioni della segretaria generale della CISL Annamaria Furlan “Non si può stare con i lavoratori della Tav e dei cantieri, e contemporaneamente strizzare l’occhio a chi tira le pietre agli stessi lavoratori”, il Comitato chiede a chi si riferisca la segretaria, perché queste frasi sanno di ipocrita criminalizzazione di un movimento che ha fatto di argomenti scientifici, dati tecnici e mobilitazioni pacifiche i suoi pilastri.
Il Comitato No Tunnel ha provato più volte ad interloquire, ha cercato più volte di instaurare un dialogo con i lavoratori dei cantieri TAV e si è sempre trovato davanti rappresentanti sindacali che lo hanno impedito, anche in maniera molto brusca.
Che si usino come ostaggio i lavoratori per difendere gli interessi di pochi e non voler vedere che con le stesse risorse si creerebbero 10, 20, 30 o 100 volte più posti di lavoro per progetti davvero utili, è cosa che riesce difficile commentare.»

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