Zingaretti: dopo elezioni regionali sciolgo il Pd e mi alleo con le sardine. Scettici Orlando e Orfini

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Il segretario del Pd, nel corso di un’intervista a Repubblica, ha annunciato: «Vinciamo in Emilia-Romagna, sciolgo il Pd e lancio il nuovo partito». Un fulmine a ciel sereno, il governatore del Lazio ha poi spiegato: «In questi mesi la domanda di politica è cresciuta, non diminuita. E noi dobbiamo aprirci e cambiare per raccoglierla. Non penso a un nuovo partito, ma a un partito nuovo, un partito che fa contare le persone ed è organizzato in ogni angolo del Paese. La nuova legge elettorale ci indica una sfida: dobbiamo costruire il soggetto politico dell’alternativa, convocando un congresso con una proposta politica e organizzativa di radicale innovazione e apertura. Dobbiamo rivolgerci però alle persone, e non alla politica ‘organizzata’. Dobbiamo aprirci alla società e ai movimenti che stanno riempiendo le piazze in queste settimane» ha ammesso.Il riferimento chiaro è alla sardine, il segretario ha infatti sottolineato: «Non voglio lanciare un’opa sulle sardine, rispetto la loro autonomia, ma voglio offrire un approdo a chi non ce l’ha. Il Pd è salvo, oggi non è più il partito debole, isolato e sconfitto del 4 marzo 2018. Abbiamo retto l’urto di due scissioni, e oggi i sondaggi ci danno al 20%. Siamo il secondo partito italiano, e siamo l’unico partito nazionale dell’alleanza, l’unico che si presenta ovunque alle elezioni, l’unico sul quale si può cementare il pilastro della resistenza alle destre».Parlando del governo ha poi aggiunto: È inutile che ci giriamo intorno, non possiamo fare melina fino al 26 gennaio, non possiamo fare ogni giorno l’elenco delle cose sulle quali non c’è accordo nella maggioranza. Purtroppo questo è il risultato della cultura delle ‘bandierine’, in cui ci si illude di esistere solo se si difende una cosa. Lo dico ogni giorno a Conte e a Di Maio: un’alleanza è come un’orchestra, il giudizio si dà sull’esecuzione dell’opera, non sulla fuga di un solista che casomai dà pure fastidio alle orecchie», osserva Zingaretti.

Per Zingaretti «non è il tempo di distruggere, ma di costruire subito una visione e poi un’azione comune, su pochi capitoli chiari: come creare lavoro, cosa significa green new deal, come si rilancia la conoscenza, come si ricostruiscono politiche industriali credibili nell’era digitale. Questo salto di qualità lo può fare solo il nostro partito».

Nardella approva su twitter: «Non è il tempo di distruggere ma dicostruire’. Bene Nicola Zingaretti, è questo ciò che serve per ripartire davvero». Mentre Orfini e Orlando sono un po’ scettici: «voglio prendere sul serio questa svolta. Ma perché non sia solo fuffa, c’è bisogno di chiarezza su alcuni punti», scrive Matteo Orfini su Fb. Mentre Andrea Orlando afferma: «si, apertura alla società, siamo unpartito che ho avuto un momento di forte crisi nel rapporto con la società, con la società che storicamente il Pd ha rappresentato e con quella che si candida a rappresentare».

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