L’industria calzaturiera italiana attrae i mercati esteri

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AGIPRESS – Il settore calzature made in Italy rappresenta una forte attrazione per i mercati esteri: nei primi sei mesi del 2019 l’export italiano del comparto ha registrato un significativo +7,1% in valore (il prezzo medio ha raggiunto la cifra di 47,55 euro/paio, +8,2%). Il dato emerge dal report sull’Industria Calzaturiera italiana–Primo semestre 2019 – elaborato dal Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici. A livello regionale, in Toscana si registra una leggera contrazione del numero di aziende calzaturifici e produttori di parti di calzature che diminuiscono del -1,8% mentre aumentano i lavoratori(+117). Si riducono anche le ore di cassa integrazione (-16,1%). Sul fronte dell’export, la Toscana è la regione italiana con la migliore performance (+26,3%) ben oltre la media nazionale. Le principali destinazioni sono Svizzera, USA, Francia e Regno Unito. In particolare le esportazioni verso il paese elvetico che copre da solo il 43% del totale sono cresciute del +65,4%. Bene anche lo sviluppo sul Far East (+14%). Sul piano nazionale – spiega una nota – la fotografia scattata dalla nota congiunturale rileva come, malgrado la performance delle esportazioni, persistano nello scenario attuale alcune difficoltà dovute in primis alla cronica debolezza dei consumi interni – che, già provati da un decennio di lenta erosione, hanno registrato nella prima metà dell’anno in corso un intensificarsi della contrazione degli acquisti delle famiglie (-3,7% in quantità, con trend ben più severi per il dettaglio tradizionale). A questo quadro va ad aggiungersi un panorama di incertezze dovute alle situazioni internazionali: dal probabile protrarsi di tensioni commerciali e venti protezionistici, al rallentamento di significative economie (Cina e Germania su tutte), alla mancata ripartenza di mercati di fondamentale importanza per alcuni distretti calzaturieri. Basti pensare alla Russia che, dopo la battuta d’arresto del 2018, registra nuovamente cali superiori al 15%), fino alle incognite su tempi e modalità della Brexit, col pericolo “no deal” sempre incombente. “Per superare questo momento non facile è necessario investire su noi stessi e sulle nostre competenze – afferma in una nota Siro Badon, Presidente di Assocalzaturifici (nella foto) –. È fondamentale formare nuove figure professionali in grado di innovare le aziende del calzaturiero Made in Italy e coniugarsi al meglio con la nostra tradizione e gli standard di eccellenza che caratterizzano la nostra produzione. La formazione, affiancata da mirate strategie di internazionalizzazione e da importanti iniziative fieristiche tra cui il Micam, è la risposta concreta con cui possiamo avviare un processo di rilancio del calzaturiero italiano e confermarne il primato nel mondo. Un settore fondamentale per la nostra economia e che può far da volano all’intero sistema Paese”.

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