Toscana: 9 imprenditori indagati. L’accusa: turbavano gare per forniture divise polizia municipale

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Secondo l’accusa, avrebbero formato un cartello per gare pubbliche, in particolare per fornire divise alla polizia municipale. Un gruppo di imprese, operanti nell’Italia del Centro-nord, negli ultimi cinque anni, si sarebbe aggiudicato i concorsi per le divise della polizia municipale banditi
da alcuni Comuni toscani, circa cinque, turbando «il corretto svolgimento delle procedure di affidamento delle pubbliche forniture»,
grazie ad accordi di cartello. «L’associazione a delinquere», finalizzata a turbare le gare di affidamento è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Firenze, che ha svolto una serie di accertamenti e che ora si sono conclusi con un primo provvedimento della magistratura.

Indagati risultano 9 imprenditori (sei toscani, un piemontese, un laziale ed un emiliano), tutti accusati di associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta. Con loro sono indagati in concorso 3 funzionari pubblici, la cui posizione sarà presto al vaglio del giudice. La Gdf ha scoperto che il gruppo di imprese sarebbe riuscito ad influire anche sulla formulazione dei bandi di gara e a stabilire, di volta in volta, chi doveva partecipare al concorso e anche vincere in base all’offerta presentata. Questa mattina, 11 novembre, i militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Firenze hanno dato esecuzione a 9 misure interdittive a esercitare uffici direttivi di società nei confronti di altrettanti imprenditori, titolari di imprese operanti sul territorio toscano nel settore del confezionamento di capi di abbigliamento da lavoro. Le misure sono state emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Firenze, Alessandro Moneti.

Le indagini, condotte dai militari del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Firenze, sotto la direzione della procura (titolare del fascicolo il pm Leopoldo De Gregorio), sono state avviate dopo una denuncia presentata nel settembre 2017 dall’Ufficio Anticorruzione, Trasparenza e Controlli del Comune di Firenze. L’inchiesta delle Fiamme Gialle ha messo in luce «alterazioni nelle procedure di affidamento indette da alcuni comuni ed enti pubblici della regione Toscana. Nell’ambito dell’indagine è emersa la presenza sul territorio regionale di "un nucleo di imprese che, in circa cinque
anni, sono risultate più volte aggiudicatarie all’esito delle procedure concorsuali bandite da alcuni enti pubblici, territoriali e non, per l’acquisizione di beni costituiti prevalentemente da capi di abbigliamento ed accessori da destinare al personale dei corpi di polizia municipale, dei servizi di guardiania e di rappresentanza».

Dalle attività della procura di Firenze, «sarebbe emerso un forte vincolo a carico di alcune delle principali società attive nelle forniture dei beni, fondato su interessi perseguiti secondo logiche di non aggressione e accordi attraverso cui alcune aziende si sarebbero divise i territori di diverse regioni del Centro-nord». Gli inquirenti precisano anche che sono al vaglio della procura la posizione di tre funzionari pubblici che risulterebbero «in stretto collegamento con alcuni degli imprenditori destinatari dei provvedimenti interdittivi», nonchè quella di tre società con sede a Firenze, Prato e Empoli, per le quali sarà
valutata l’adozione di eventuali ulteriori analoghi provvedimenti».

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