Concilio di Firenze: Convegno internazionale in San Lorenzo col Cardinale Arcivescovo Giuseppe Betori

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E’ terminata oggi, nella sala Borsi del complesso mediceo laurenziano, a San Lorenzo, la tre giorni del Convegno internazionale teologico internazionale sul Concilio di Firenze, aperto e chiuso con due interventi dell’Arcivescovo di Firenze, Cardinale Giuseppe Betori. Di altissimo livello scientifico e culturale le relazioni degli studiosi, che saranno raccolte in un volume che vedrà la luce nel 2020.

Per il cardinale Giuseppe Betori, che ha a­perto i lavori in qualità di gran della Facoltà teologica dell’Italia Centrale oltre che di arcivescovo di Firenze, il Concilio del 1439 «è tanto importante quanto, anco­ra, per molti aspetti, se non ignorato, certamente soffocato da interpretazioni che non consentono di cogliere fino in fondo le ricchezze dottrinali, spirituali, liturgiche e artistiche che hanno contribuito al di tanti cristiani, che hanno scoperto, soprattutto nel XX secolo, l’importanza di su perare le divisioni per favorire la costruzione dell’unità visibile della Chiesa, animata anche dalla riconciliazione delle memorie, che parte da una conoscenza storica, scientificamentefondata, della pluralità delle tra­dizioni cristiane nel corso dei secoli».

Quanto trattato finora a giudizio di Riccardo Burigana, direttore del Centro studi per l’ecumenismo in Italia, che, assieme al fratello Renato, è stato l’anima del convegno dimostra la grande attualità del Concilio di Firenze soprattutto per la costruzione di un’unità che sappia valorizzare la diversità senza modificare l’identità, per sviluppare una cultura dell’accoglienza e del dialogo recuperando il ruolo avuto da Firenze nella realizzazione di ponti tra le tradizioni religiose nel Mediterraneo.

Mentre il passato non può essere cambiato, la memoria e il modo di fare memoria non possono essere trasformati». Sono parole della dichiarazione sottoscritta in occasione della commemorazione congiunta cattolico-luterana della Riforma.

Al Convegno ha fatto sentire la Sua voce anche Papa Francesco che, attraverso un messaggio del Segretario di Stato cardinale Pietro Parolin, ha auspicato che il Convegno teologico internazionale sul Concilio di Firenze, che si è concluso stamani nel capoluogo toscano, «favorisca una sempre più approfondita conoscenza di quella pagina di storia della Chiesa» e possa «aiutarci a rimarginare quelle ferite che ancora impediscono di cogliere come solo insieme, attraverso un mutuo scambio di doni, diventiamo credenti più docili alla novità dello Spirito, che desidera condurci verso l’unità piena perché il mondo creda». Parolin, da parte sua, ha incoraggiato i partecipanti all’assise fiorentina «a essere costruttori di pace oggi, sull’esempio del venerabile Giorgio La Pira», ricordando che «fare memoria degli incontri e dei confronti tra credenti di diverse tradizioni, che ebbero luogo a Firenze, può costituire una preziosa opportunità per intensificare un dialogo trasparente nella luce del Vangelo, che dissipa violenze, contese e discriminazioni». Qui il testo integrale del messaggio: Concilio.

Stamani, con l’ultima sessione, si è guardato al futuro, al cammino ecumenico,alle questioni aperte, ma soprattutto ali ecumeni­smo quotidiano del XXI secolo.

Il Concilio di Firenze, nel 1439, rappresentò uno dei momenti più significativi nell’incontro di cristiani di tradizioni diverse. Ospiti della famiglia dei Medici, vi parteciparono i rappresentanti di tutte le Chiese che formavano l’universo cristiano nelXV secolo: dalla Chiesa di Roma a quella di Costantinopoli, dalla Chiesa Armena alla Copta.

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