Barcellona: carcere per 9 dei 12 imputati della secessione catalana. Mandato d’arresto per Puigdemont

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«Non ci fermeranno fino a quando non raggiungeremo finché non annulleremo tutti gli effetti della repressione e respireremo la libertà». Lo ha detto il leader catalano Carles Puigdemont in diretta Facebook da Waterloo, in Belgio. L’ex presidente della Generalitat ha inviato i catalani ad una nuova mobilitazione anche in vista delle elezioni del 10 novembre. “Non c’è altra via che un nuovo referendum nel quale possiamo dire ciò che vogliamo e come lo vogliamo. Devono sapere che non accettiamo una soluzione basata su repressione e condanne”.

Un giudice spagnolo aveva emesso un nuovo mandato di arresto internazionale per l’ex premier catalano Carles Puigdemont, fuggito in Belgio, con l’accusa di ‘sedizione’ e ‘appropriazione indebita’ per la fallita secessione catalana dell’ottobre 2017. Si tratta delle stesse accuse per le quali stamane sono stati condannati dalla Corte Suprema spagnola 9 dei 12 leader indipendentisti, con pene fra i 9 e i 13 anni di carcere. Pene dai 9 ai 13 anni di carcere sono state comminate dalla Corte suprema spagnola ai 12 leader indipendentisti catalani, fra cui l’ex vicepremier Oriol Junqueras, che sono stati riconosciuti colpevoli, secondo i giudici, di ‘sedizione’ e ‘appropriazione indebita’. Lo scrivono i media spagnoli e internazionali, fra cui El Pais. Non sarebbe quindi stata provata la colpevolezza per il reato più grave di ‘ribellione’, per il quale l’accusa aveva chiesto 25 anni.

Il carcere è stato comminato a nove dei 12 imputati, già in detenzione preventiva: oltre a Junqueras, la ex speaker del parlamento catalano Carmen Forcadell, i leader indipendentisti Jordi Sànchez e Jordi Cuixart, e gli ex ministri catalani Dolors Bassa, Joaquim Forn, Raul Romeva, Jordi Turull e Josep Rull. Gli altri tre imputati, a piede libero, Carles Mundó, Meritxell Borràs, Santi Vila, sono stati condannati a delle ‘ammende’. La sentenza mette fine a due anni di processo, iniziato esattamente due anni fa e durato quattro mesi, con 52 udienze trasmesse in diretta streaming online.

Adesso «abbiamo bisogno di aprire un nuovo capitolo basato sulla coesistenza pacifica in Catalogna attraverso il dialogo nei limiti della legge e della Costituzione spagnola». Lo ha detto il premier spagnolo Pedro Sanchez in un intervento tv dopo la condanna degli indipendentisti catalani. «Nessuno è al di sopra della legge – ha aggiunto – In Spagna non ci sono prigionieri politici ma piuttosto alcuni politici in prigione per aver violato leggi democratiche».

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