Manovra: bonus green sulla casa. Ma il governo cerca risorse per scuola e sanità

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Nel giorno delle manifestazioni mondiali per il clima, il ministro Patuanelli rilancia il bonus sulla casa: purchè in linea con le politiche energetiche corrette. Slogan? Vedremo. Intanto tutto questo succede mentre il Governo è alle prese con la manovra e con la ricerca delle risorse necessarie per misure che andranno dalla scuola alla famiglia alla sanità. Oltre alla questione delle questioni: la sterilizzazione dell’aumento Iva. E su questo fronte il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli assicura: «Il primo impegno da mantenere è il disinnesco degli aumenti Iva previsti dalle clausole di salvaguardia per oltre 50 miliardi di euro tra il 2020 e il 2021». Lo scrive in un messaggio inviato alla ventinovesima edizione del Coordinamento legali di Confedilizia a Piacenza. Nel quale parla anche delle misure per la casa. «E’ necessario – sottolinea – prorogare il pacchetto legato agli incentivi per le ristrutturazioni e quello per l’efficienza energetica».

Patuanelli ricorda che grazie «alle detrazioni fiscali per il risparmio energetico e utilizzo di fonti di energia rinnovabili negli edifici esistenti dal 2007 a oggi si registrano oltre 39miliardi di euro – di cui 3,3 solo nel 2018 – di investimenti per interventi di riqualificazione energetica». Entro la fine della prossima settimana va presentata la nota di aggiornamento al Def nella quale molto probabilmente saranno dimezzate le stime di crescita: quest’anno l’asticella non dovrebbe andare oltre lo 0,1% (ad aprile era stato indicato lo 0,2%) e il prossimo anno il Pil tendenziale, cioè senza considerare gli effetti della manovra, dovrebbe essere abbassato dallo 0,8% allo 0,4%, in linea con le ultime previsioni internazionali. Di sicuro una mano la darà lo stop agli aumenti Iva (che potrebbero dare una spinta al Pil dello 0,3-0,4%), che saranno però come ogni anno bilanciati da effetti negativi di altri interventi di spesa. La lista, intanto si allunga: dal nuovo fronte di Italia Viva la richiesta è quella di un nuovo ‘family act’, che riordini gli aiuti alle famiglie in un assegno unico per i figli. Difficile che si riesca a impostare già per il 2020. Più facile che si cominci con l’azzeramento delle rette per gli asili nido, annunciato dal premier anche nel discorso di insediamento, che, secondo i primi calcoli, potrebbe richiedere 2-300 milioni.

Ci sono poi i 3 miliardi chiesti da Fioramonti, 1 per università e ricerca e altri 2 per dare 100 euro al mese in più agli insegnanti. Per le coperture, oltre ai voli aerei il ministro M5S propone anche micro-prelievi sulle merendine e sulle bibite zuccherate. La via della sugar tax, però, era stata già tentata lo scorso anno, senza successo. Sempre sul fronte pubblico, ci sarebbero anche da aumentare i fondi per il rinnovo dei contratti degli statali (a bilancio ci sono già 1,8 miliardi che, nei desiderata, si vorrebbero raddoppiare). C’è poi il grande capitolo della sanità: il ministro Roberto Speranza, come il collega dell’Istruzione, punta a un aumento sostanzioso dei finanziamenti, da 2-3 miliardi. Ma si accontenterebbe anche di riuscire a recuperare i 6-700 milioni necessari ad abolire, dopo anni di annunci, il superticket su visite specialistiche e diagnostica.

Sandro Bennucci

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