Governo, Salvini a Sabaudia: «Qualcosa si è rotto negli ultimi mesi. Non m’interessano i rimpastini»

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Dopo la spaccatura del governo sulla Tav, in Senato, va in onda a Sabaudia lo show di Salvini. Che parla delle ferie e anche della sua pancia, ma soprattutto lancia un messaggio chiaro a Conte e Di Maio: qualcosa si è rotto nella maggioranza di governo. Dalle sue parole sembra di capire che il governo sia ai titoli di coda. Ma ecco che cosa ha detto: «Non mi uscirà mai di bocca una parola negativa su Di Maio o Conte, ma qualcosa si è rotto negli ultimi mesi. L’ultima delle cose che ci interessano è avere qualche ministero in più, qualche poltrona in più. Anzi, le sette poltrone della Lega sono a disposizione degli italiani. O si possono fare le cose oppure si torna a votare».

E ancora: «Non sono fatto per le mezze misure, o le cose si possono fare per intero e in fretta oppure star lì a scaldare la poltrona non fa per me. Tenerci 7 ministeri per non riuscire a fare le cose, tutte, 100 su 100, è inutile». Poi il pensiero va anche alle polemiche personali degli ultimi giorni: «Non avessi mai fatto 10 giorni di vacanza con mio figlio in Romagna…il ministro in spiaggia in costume… ma voi a Sabaudia ci andate in giacca e cravatta in spiaggia? Mi piace ballare, sì lo ammetto. Ho la pancia? Omo de pancia omo de sostanza…». Poi di nuovo serio: «Vogliamo una manovra economica di sostanza e ambiziosa, la battaglia che sarà pesantemente presente – e a Bruxelles possono dire quello che vogliono – sarà per i 4 milioni di disabili che sopravvivono con 250 euro al mese, è una vergogna. Dobbiamo fare in maniera veloce, compatta, energica, coraggiosa quel che vogliamo fare. Tutti al tavolo delle parti sociali ci han chiesto dei sì, coraggio e investimenti. Non è più il momento dei no, dei forse, dei dubbi. Domani sera (giovedì 8 agosto) sarò a Pescara, se non succedono robe strane nel frattempo. E dopo la Sicilia saremo a Roma magari per fare qualche chiacchierata, ci siamo capiti…, nelle prossime ore si chiariranno varie situazioni». Poi di nuovo sulle polemiche: «Ho detto zingaraccia… eeeeh… che sarà mai. Le manderemo le ruspe il prima possibile, mantengo l’impegno». Quindi gli cade lo sguardo sulla scritta del comune ch evoca Musolini. E si chiede: «Non avevo letto cosa c’è scritto lì…mi mettete nei guai…come mai la Boldrini non l’ha ancora abbattuto?». Si riferisce alla scritta sulla torre del Municipio, di epoca fascista, illuminata dai fari: «Regnando Vittorio Emanuele III, Benito Mussolini capo del governo’ – ha letto il vicepremier -…non vado avanti, mi arrestano seduta stante. Guardiamo avanti, la storia è storia».

E di nuovo sul presente: «Non mi interessano rimpastini o rimpastoni, le idee non valgono due poltrone, se le cose non si possono più fare è inutile andare avanti. Come in un matrimonio, se si passa più tempo a insultarsi e a litigare che a fare l’amore, meglio guardarsi in faccia e prendere una decisione da persone adulte. Non si possono garantire reddito di cittadinanza a tutti e salario minimo: prima bisogna dare lavoro, creare ricchezza, sennò cosa ridistribuisci? Oggi qualcuno votava no sulla Tav al Senato perché si doveva tornare indietro, ma chi sceglie la Lega sceglie di andare avanti, senza nostalgie del passato».

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Sandro Bennucci

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