Concessione Autostrade, Toninelli: «Revoca subito!». Ma gli esperti del Mit consigliano di rinegoziare

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Il Movimento 5 stelle pare avere una strategia: distrarre l’attenzione degli elettori dalle cose vere, e dalle promesse mancate, trovando diversivi. Uno di questi è la questione della revoca dellea concessione ad Autostrade per l’Italia. Sul crollo di Ponte Morandi indaga la magistratura che dovrà dire una parola certa su cause e responsabilità. Ma il M5S accelera, attraverso Di Maio e Toninelli, gridando che la cncessione deve essere revocata subito. Punto e basta. Non è tutto: messo di fronte alla relazione degli esperti del suo ministero, quindi dei suoi esperti, che inducono alla prudenza perchè Autostrade ha una clausola rescissoria da circa 24 miliardi, Toninelli, stamani 3 luglio, su Radio anchio, ha insistito: «Ritiro della concessione e non pagheremo nulla perchè la clausola è eccentrica, quindi non sborseremo nemmeno un centesimo». Chi lo dice? Lui, Toninelli. Mentre gli esperti del Mit sostengono che il rischio di pagare, per lo Stato, quindi per tutti gli italiani, è forte. In ballo ci sarebbero da 22 a 24 miliardi. Cifra insostenibile per le disastrate casse del Bel Paese. Toninelli si para davanti a un’altra possibilità: che i dirigenti che firmeranno la revoca non rischieranno nulla. Ovvio: la ricaduta, anche economica sarà direttamente sullo Stato.

Ma ecco la parte della relazione degli esperti del Mit finora rimasta in ombra: è quella da pag 54 a 60, dove la commissione osserva:

– che la responsabilità del crollo non è afferibile ad Aspi prima dell’accertamento giudiziario

– che la convenzione e l’indennizzo in caso di revoca anticipata sono approvati dalla legge.

– che Atlantia (concessionaria delle Autostrade con pacchetto di maggioranza in mano alla famiglia Benetton), in caso di contenzioso, potrebbe ottenere sia il valore totale della concessione che un importo ulteriore per danno di immagine.

– che il subentro di un altro gestore è tutt’altro che scontato visti gli importi che dovrebbe versare ad Aspi.

Infine, la relazione degli esperti consiglia, nei fatti, di trovare un accordo con Aspi per rinegoziare la convenzione, al posto che revocarla. Ed ecco che la rancassa battuta da Toninelli si rivela proprio come un diversivo, nel tentativo di attirare l’attenzione su qualcosa che deve essere deciso dalla magistratura, e non da altri, ma che serve per distogliere gli italiani (e gli elettori di M5S) dai veri problemi del momento. Che il governo non riesce nemmeno ad affrontare.

Ernesto Giusti

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