Perfino Luciano Violante, antesignano dei magistrati entrati in politica, dà un duro giudizio sulla situazione attuale della categoria, ma forse dovrebbe interrogarsi su quello che è avvenuto in questi anni nei rapporti fra magistratura e politica, per i quali la sinistra non è stata certo con le mani in mano.
Dice dunque l’ex Presidente della Camera: «Questa vicenda non è isolata: ci sono magistrati sotto inchiesta o in carcere a Torino, Roma, Trani, Lecce, Siracusa, Gela, Palermo. Emerge una concezione proprietaria della funzione giudiziaria che porta al crimine. C’è sempre stata un’interlocuzione, ma per discutere di giustizia, non di posti. Qui, secondo le notizie, si cercava di favorire chi potesse assicurare l’impunità ad alcuni e la punizione per altri. L’istituzione magistratura, rileva, è sana e va difesa. Oggi si cerca di attaccare persino il Quirinale, con millanterie e menzogne. Il Quirinale, sottolinea Violante, ha smentito con argomenti puntuali e non contestati. Non c’è nulla da aggiungere. Coinvolgere tutto e tutti serve per condannare gli innocenti e assolvere i colpevoli. La permanente ricerca della palingenesi è veleno per la democrazia».
Per quanto riguarda le dimissioni di Lotti e dei quattro componenti del Csm, Violante sottolinea: «queste decisioni delle persone vanno rispettate e non commentate».