Crac di Banca Etruria: 17 indagati, anche l’allora presidente Rosi e i vice Berni e Boschi

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A 17 ex amministratori di Banca Etruria in questi giorni il pool di magistrati della Procura di Arezzo, che si occupa della vicenda inerente al crac dell’istituto di credito aretino, ha inviato la notifica di chiusura delle indagini per il filone d’inchiesta sulle consulenze affidate dalla banca per alcune centinaia di migliaia di euro, che vennero decise tra giugno e ottobre del 2014 in vista della fusione, e che, secondo l’accusa, sarebbero state inutili.

Per tutti i 17 indagati, tra i quali figurano anche l’ex presidente di Banca Etruria Lorenzo Rosi e i suoi vice, Alfredo Berni e Boschi, e gli ultimi due direttori generali, il reato ipotizzato è la bancarotta semplice o colposa.

Ora il padre dell’ex ministro e gli altri 16 indagati, precisa La Nazione che ha dato la notizia, hanno venti giorni di tempo per convincere la Procura a cambiare strada. Lo possono fare con richiesta di interrogatorio, memorie difensive scritte e altri atti. Altrimenti, trascorso il termine si andrà all’udienza preliminare dal Gip. Nel mirino ci sono le consulenze per alcune centinaia di migliaia di euro che vennero decise tra giugno e ottobre del 2014 in vista di una possibile fusione di Banca Etruria con un altro istituto. Furono affidati incarichi a Mediobanca, che avrebbe dovuto essere l’advisor dell’operazione, e ad alcuni studi legali per gli aspetti giuridici.

Per il pool di pm della Procura di Arezzo, gli incarichi sarebbero stati inutili, sostanzialmente uno spreco di denaro della banca, perchè dai conti uscirono somme consistenti ma che non avrebbero portato alcun risultato.

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