Fiorentina: Commisso portaci in Europa. Bagno di folla allo stadio. Obiettivi? «Io penso in grande»

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«Sono fiorentino, sono gigliato. E penso in grande per la Fiorentina». E’ un Rocco Commisso show, in sala stampa, dove risponde per un’ora al fuoco di fila delle domande dei giornalisti. Ossia di giornalisti che vedono questa nuova proprietà come una liberazione. Commisso parla a ruota libera, un po’ in italiano e molto in inglese. E se la prende con l’interprete se non traduce bene. La prima notizia? La Fiorentina, fra un mese, sarà in America per un torneo con Arsenal, Guadalajara e Manchester City, un torneo da squadre di Champions. Poi il bagno di folla nello stadio. Con l’inno di Narciso Parigi. E il coro: «Portaci, portaci in Europa, o Commisso portaci in Europa». Anche Dario Nardella con almeno cinquemila tifosi. E lui, Commisso, è …commosso. Stringe i figli, manda baci, dice di amara Firenze. Non immaginava un’accoglienza simile. Passionale, schietto, concreto. Si meraviglia quando gli spiego che aspettavamo da un anno una conferenza stampa dalla proprietà della Fiorentina.

COMMISSO – E andiamo in diretta.Ecco le sue parole in rdine sparso, così comele ha pronunciate: «Come ho preso la Fiorentina? in poco tempo. Siamo passati dalla lettera d’intenti al closing in pochissimo tempo. Siamo qua». Così, asciutto e senza tetennamenti. Prima la presentazione dei suoi collaboratori americani, seduti nelle prime file, poi il saluto alla Calabria e a Marina di Gioiosa Jonica, dov’è nato. E ancora: «Dobbiamo fare le cose velocemente. E’ un modo diverso di fare business ma credo si debbano fare le cose in fretta. Il calcio mi ha dato tanto. Non sarei arrivato dove sono senza il calcio. Il mio percorso cominciato nel 1967, grazie anche a una borsa di studio. Ma prima calcio in America, ora in Italia. Una cosa indescrivibile a Firenze: mentre a New York non mi riconosce nessuno, qui è un tripudio. Magnifico. Sono stato gigliato dal sindaco. La mia storia? Vedevo in America tante donne, poi vidi una calabrese che in due settimane diventò mia moglie».

DELLA VALLE – La Fiorentina? «Nel 2016 comincia a interessarmi. Nessuna risposta. Idem nel 2017. Volevo investire in questo settore. Ringrazio i Della Valle, che hanno fatto investimenti importanti. Interviene l’interprete, che cita Lee. Lui: No, Lee lascialo stare in Cina». Poi le domande: comprese quella su allenatore e management. Risposta: «Il mondo non si è fatto in giorno. Montella è in India, non posso parlarci. Ho incontrato i dipendenti: sappiate che in 23 anni non ho mai licenziato nessuno. Chiesa? Ho intenzione di tenere Federico Chiesa,il Baggio di Rocco. Mi hanno assicurato che non c’è nessun contratto, nessuna parola data. Non ci ho parlato, è in Nazionale: vedrò la partita con la Grecia».

SOGNO – Confessa: «Spero di non essere stupido. I soldi sono miei e della mia famiglia, decidiamo in fretta. Non dirò mai vinceremo subito. Per me è importante che un emigrato sia tornato a comprare una squadra di calcio». Scivolano via le domande: arriva Buffon? Risposta: «S’inventano storie, non ho avuto tempo di parlare nè con Montella, nè con Corvino. Resterò altri giorni e cercherò di risolvere i problemi. Montella ha un cintratto, Corvino ha un contratto: vedremo». Chi lo ha entusiasmato? «In America vedevo il secondo tempo delle partite. Sì, mi piaceva la Juventus di Sivori, Boniperti, Stacchini. Io preferisco sempre il calcio italiano. Io dormo poco. Mediacom, negli Usa, ha battuto anche Sky. Il medico mi ha dato il permesso di affrontare questa avventura».

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RISALIRE – La squadra? «Importante lavorare tutti insieme. Contro il Genoa ho visto giocatori impauriti, ma sono bravi, formidabili. Quando le cose non vanno, spesso la colpa è di chi guida, di chi comanda. Quante partite vedrò? A Nw York ci sono due squadre, in due-tre settimane sono stato più volte al Cosmos di quanto non siano andati i presidenti precedenti. Il Cosmos, 40 anni fa, prese Pelè, Chinaglia, Beckenbauer. Non ha scritto la storia. Io ho fatto una causa con Mls. Vedremo, io penso sempre in grande. Ripeto: non prometto la luna, ma sappiate che mi sono entusiasmato. E di solito, quando m’impegno in un’avventura, riesco a centrare l’obbiettivo».

Sandro Bennucci

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