Ue: nuovo taglio al Pil dell’Italia. Volano deficit e debito (spread a 262)

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Nuova mazzata sull’economia dell’Italia. La Commissione Ue taglia ancora le stime di crescita dell’Italia: nel 2018 il Pil cresce dello 0,9%, nel 2019 dello 0,1%, e nel 2020 dello 0,7%. Nelle stime di febbraio era rispettivamente 1%, 0,2% e 0,8%. La commissione scrive: «La debolezza, frutto della contrazione dello scorso semestre, lascerà il passo a una tenue ripresa. I consumi dovrebbero essere aiutati dal reddito di cittadinanza, ma il mercato del lavoro che si deteriora danneggerà la spesa dei consumatori che tenderanno a risparmiare».

Nella nuova stima il deficit sale a 2,5% nel 2019 e 3,5% nel 2020 (stima che non comprende l’attivazione delle clausole di salvaguardia, cioè l’aumento dell’Iva). Mentre il debito schizza a 133,7% quest’anno e 135,2% il prossimo. In autunno la stima era di 131% e 131,1%.

Ultima in Ue per crescita, investimenti e occupazione. E’ quanto emerge dalle nuove previsioni economiche della Commissione Ue. Nel 2019 l’Italia si conferma fanalino di coda con il suo Pil a 0,1%, seguita dalla Germania (0,5%). E’ anche l’unico Paese Ue dove gli investimenti sono negativi: -0,3% sull’anno precedente. Anche se risalgono nel 2020, resta comunque ultima con un aumento di 0,9%. La media della zona euro è di 2,3%. Anche l’occupazione è negativa nel 2019 (-0,1%), unico segno meno in Ue.

«E’ improbabile che il mercato del lavoro sfuggirà all’impatto dell’economia stagnante, come indicano le sommesse aspettative di impiego delle imprese. Ci si aspetta che la crescita dell’occupazione si arresterà nel 2019, mentre la disoccupazione sale all’11% visto che è probabile che il reddito di cittadinanza indurrà più persone ad iscriversi nelle liste di disoccupazione e quindi ad essere contate come forza lavoro».

Lo spread tra Btp e Bund supera i 260 punti base, a 262,4 punti, dopo il taglio delle stime sul Pil dell’Italia comunicate dalla Commissione Ue. Il rendimento del titolo a 10 anni del Tesoro è al 2,59%.

La Borsa italiana ha girato in calo dopo le nuove stime sul Pil arrivate dalla Ue che ha fatto allargare lo spread. Il listino però è tornato in breve a riprendere un minimo vantaggio (+0,2%), trainato dalle buone performance di alcuni titoli dopo le buone trimestrali: Amplifon (+6,2%), Ferrari (+4,6%), Campari (+2,9%) e Piaggio (+2,5%).

Sandro Bennucci

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