Guerrina Piscaglia: la famiglia chiede un risarcimento alla Curia e all’Ordine religioso di Padre Gratien

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Il Corriere di Arezzo ci informa di una notizia che riaccende i fari sul caso dell’omicidio di Guerrina Piscaglia, a Ca’ Raffaello, per il quale Padre Gratien Alabi sta scontando una condanna a 25 anni di carcere, confermata dalla Corte di cassazione.

I familiari di Guerrina Piscaglia promuoveranno una causa civile destinata a fare clamore, primo caso in cui la Chiesa viene chiamata a risarcire i danni per un omicidio. L’azione sarà rivolta contro la Diocesi di Arezzo, Cortona Sansepolcro, guidata dall’ arcìvescovo Riccardo Fontana e l’ordine religioso dei padri Premostratensi al quale appartiene padre Graziano.

La Cassazione aveva emesso sentenza definitiva a 25 anni di reclusione per padre Gratien lo scorso 20 febbraio.
La richiesta di risarcìmento danni si fonda sugli articoli 2043 e 2049 del codice civile, spiegano gli avvocati dei familiari di Guerrina. Il primo prevede che qualunque fatto doloso o colpo so che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno. Nel caso di Padre Gratien, al quale era affidata la parrocchia di Ca’ Raffaello, gli avvocatì ritengono che possa applicarsi alla Curia e all’ordine il disposto dell’articolo 2049 che orevede la responsabilità di padroni e committenti per i danni arrecati dai loro domestici e commessi nell’esercizio delle incombenze cui sono adibiti.

Per queste ragioni, secondo i legali degli Alessandrini, l’istituzione ecclesiastica è tenuta a rifondere il danno, gravissimo, arrecato da un suo ministro nello svolgimento dell’attività pastorale. Il sacerdote infatti, secondo gli avvocati, avrebbe commesso il reato durante l’esercizio dell’attività pastorale. Padre Graziano era vice parroco a Cà Raffaello e frequentava la donna, come parrocchiana e madre di un figlio disabile. Secondo quanto emerso dal processo lei si innamorò di lui e ci fu una relazione fatta di fitti contatti non solo telefonici.

Il sacerdote il primo maggio 2014, secondo la sentenza passata in giudicato uccise la donna, divenuta per lui un pericolo. Alabi è in carcere a Rebibbia dopo che la Cassazione ha confermato la condanna a 25 anni di reclusione, ma anche dal carcere continua a negare di essere un omicida.

La richiesta di risarcimento danni non indica per ora una cifra, ma stando alle tabelle vigenti, potrebbe aggirarsi sul milione di euro. Dopo l’azione della famiglia può aprirsi una trattativa, altrimenti si andrà davanti al giudice civile. Già nel processo penale comunque Padre Gratien era stato condannato anche a risarcire il figlio di Guerrina, con una provvisionale di 100.000 euro, che il sacerdote, nullatenente, non potrebbe soddisfare. Per questo adesso la famiglia punta ad ottenere risarcimenti, almeno in sede civile, da parte dell’Ordine dei padri Premostratensi e della Chiesa

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