Il balletto di manifestazioni e contromanifestazioni per la Tav, gli interventi e le prese di posizione di politici, di madamin Si Tav, di No Tav e centri sociali contrari all’opera, lo scontro montante all’interno del Governo fra la Lega di Salvini (pro Tav) e i grillini (No Tav da sempre) hanno finito per stancare un po’ tutti.
Ma adesso il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, intervenuto a Casale Monferrato per la Giornata mondiale delle vittime dell’amianto, solleva un problema più delicato, e lancia l’allarme salute pubblica sul cantiere per la Torino-Lione. In merito ai rischi connessi ai lavori sulla ferrovia per l’alta velocità ha dichiarato che «alcuni percorsi del tav tagliano colline che presentano problemi amiantiferi» aggiungendo che «quando si mette a nudo l’amianto ci sono tutti i rischi di ricadute di salute sulla popolazione».
Sull’ipotesi di trovare un percorso differente della tratta per aggirare il problema-amianto, Costa ha fatto presente che «la competenza non è del mio ministero. Così come ho espresso le mie preoccupazioni, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha espresso le proprie necessità. Adesso c’è bisogno di una sintesi politica. È chiaro che penso a un tavolo dove saremo tutti quanti insieme a valutare quali siano questi elementi. Ma questo della salute pubblica mi sembra il più serio di tutti». Il ministro ha poi detto di aver più volte sottolineato il problema del toccare colline e montagne amiantifere: «Queste sono problematiche serie. E proprio qui dobbiamo dirlo e non scoprirlo tra quarant’anni, quando magari avremo di nuovo un picco di ammalati. Questo era il mio dovere, questo ho fatto».
In piena bagarre della campagna elettorale per le elezioni regionali del Piemonte, con il Presidente Chiamparino, gli industriali, il Pd, la Lega e Forza Italia favorevoli alla prosecuzione dell’opera, il ministro lancia il sasso nello stagno per dare una mano alle tesi del M5S e dei No Tav, assolutamente contrari all’opera.
Ministro che vai teoria che trovi. Ai tempi del Governo Gentiloni infatti, meno di due anni or sono (11 maggio 2017) , la Stampa riferiva di una visita dell’allora ministro dell’Ambiente Galletti ai cantieri di Chiomonte- Il ministro allora ebbe a dire, a proposito dei rischi dell’amianto in relazione agli scavi della Tav: « i dati presentati dimostrano che molte delle preoccupazioni paventate, come quelle sull’amianto e altre, sono inesistenti. Mi auguro che questo possa servire anche a calmare gli animi e a fare in modo che quest’opera possa essere accettata come avvenuto per tante altre in Italia». Il ministro si riferiva alla valutazione dell’impatto sulla salute realizzata allora dall’Università di Torino che documentava come la salute dei cittadini dell’area interessata dalla realizzazione del cunicolo esplorativo di Chiomonte fosse «sotto controllo». Era stato Mario Virano, direttore generale di Telt, la società incaricata di realizzare il tunnel di base, ad informare il ministro dell’esito dello studio presentato a maggio 2017 nella sede dell’Ordine dei medici, che nasceva dall’esame di oltre 62 mila rilevazioni, eseguite da Telt e Arpa dal 2012 e durante i quattro anni di lavori.
Ora, mentre il dibattito politico sull’opportunità e la convenienza dell’opera può trovare argomenti fondati sia dalla parte favorevole che dalla parte contraria all’opera, la questione che riguarda la salute delle persone deve essere affrontata con la massima serietà e rigore e i rappresentanti del governo in primis dovrebbero pensarci bene prima prendere decisioni conseguenti. Soprattutto in una regione, il Piemonte, e in una città, Casale Monferrato, che hanno pagato un tributo alto e dolorosissimo con la perdita di tante vite umane.
