Arbitri, Rizzoli: «Dirige le partite chi è in forma». Ma tace su errori a danno della Fiorentina

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Nicola Rizzoli, designatore degli arbitri dicalcio, ha parlato degli errori commessi dai fischietti in questa stagione con il Var, ma si è soffermato soprattutto sulle polemiche del Milan per la partita con la Juve di sabato scorso e di quelli, presunti, a danno dell’Inter, soprattutto a Firenze. Alle sviste che hanno condizionato le partite delle altre squadre, in particolare della Fiorentina, Rizzoli non ha accennato. Ecco le sue parole: «E’ una questione di gestione della squadra, le persone che metto in campo devono essere in forma e in condizione di fare del proprio meglio. Non ci sono stop o cose precise. Sicuramente deve crescere come tanti arbitri». Lo ha chiarito il designatore arbitrale, Nicola Rizzoli, a proposito di Michael Fabbri, contestato per la direzione di gara
in Juventus-Milan, come è capitato a Rosario Abisso qualche settimana fa in un rovente Fiorentina-Inter: «Abisso ha fatto esperienza, si cresce attraverso gli errori. Deve continuare a maturare». Il problema vero? Serve omogeneità nella valutazione, soprattutto dei falli di mano in area. Non è possibile che la Fiorentina (a Milano contro l’Inter) si veda assegnare un rigore contro per il presunto polpastrello di Vitor Hugo, eppoi, contro il Torino, non le venga assegnato il netto fallo di mano in area di Djidji. Con la conseguenze che, nel proseguo dell’azione, il Torino vada a segnare il gol del pareggio. Se l’azione è viziata, il gioco va interrotto. E’ inaccettabile che ci siano arbitri che vanno al Var e altri che si ritengono al di sopra della tecnologia. Ora basta, altrimenti varrebbe la pena di tornare all’antico, ossia segna Var.

Dopo la riunione arbitri-società, parlando ancora di Fabbri, Rizzoli ha spiegato che «è un’ottima professionalità, ha buone capacità e ottime potenzialità. Sicuramente deve crescere come tanti arbitri. Stiamo facendo un percorso di crescita e ricambio generazionale, nel giro di un paio d’anni perdiamo arbitri internazionali con oltre 1500 partite di esperienza – ha aggiunto il designatore – Dobbiamo far fare esperienza ai giovani, e l’esperienza passa attraverso gli errori: l’errore fortifica nel tempo e, per paradosso, dà più sicurezza e serenità, lo dico per esperienza. Riuscendo a capire se stessi si riesce a maturare meglio. Fabbri sente la stima che l’Aia ha nei suoi confronti, per persona che deve maturare come altri».

Ernesto Giusti

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