Si sta imbastendo l’ennesimo inaccettabile copione sulla pelle dei migranti. Le Navi Ong che intervengono nonostante il divieto delle autorità libiche sottraggono alla guardia costiera di quel paese l’intervento e decidono autonomamente di fare rotta preferibilmente verso l’Italia, visto che loro, e solo loro, considerano i porti libici più vicini non sicuri. E subito la consueta litania: «Fa freddo e il tempo sta peggiorando. Le donne e i bambini sono sotto coperta ma la maggior parte delle persone dorme all’aria aperta».
Lo scrive su twitter la Ong Sea Eye che ieri con la nave Alan Kurdi ha salvato 64 migranti che erano su un gommone al largo della Libia. La nave, secondo quanto riportano i tracciati radar, dopo aver lasciato l’area Sar libica, si trova tra Lampedusa e Malta e non ha ancora avuto un’indicazione sul porto dove sbarcare le persone che sono state soccorse.
Non in Italia però, stando a quando ribadisce il ministro dell’Interno Matteo Salvini. «Trafficanti di uomini sempre più aggressivi e Ong che creano problemi. La Guardia Costiera libica, considerata affidabile dalla Commissione europea, lancia l’allarme e chiede aiuto. Per i trafficanti i nostri porti restano chiusi» dice il ministro dopo il warning della Guardia Costiera e della Marina Libica alle Organizzazioni umanitarie di non violare le acque territoriali per soccorrere i migranti.