A proposito del dibattito e delle polemiche sullo ius soli, occorre rilevare che l’Italia è già il Paese che dà più cittadinanze di tutta Europa: oltre 146mila nel 2017. Seguono Regno Unito (123mila), Germania (115mila) e Francia (114mila).
Solo in questi quattro Paesi si concentrano ben 500mila naturalizzazioni, il 60% del totale europeo. Ma in rapporto alla popolazione straniera presente nel Paese, l’Italia scivola al nono posto, con 2,9 nuove cittadinanze ogni 100 residenti stranieri ne12017.
Al primo posto troviamo la Svezia con un tasso dell’8,2%, seguita da Romania (5,9%) e Finlandia (5,1%). I tassi più alti si registrano nei Paesi del Nord (Svezia e Finlandia) e in quelli Mediterranei (Portogallo, Grecia, Cipro e Malta).
Uno studio della Fondazione Leone Moressa dimostra che per i bambini nati in Italia ci sono pochi riconoscimenti, il 63,1% delle nuove concessioni nel 2017 è stato dato ai stranieri adulti.
Oggi è più facile che diventi cittadino italiano un immigrato adulto che un bambino che nasce qui, cresce qui, studia qui, in base alla legge sulla cittadinanza, datata 1992. ma è in fondo logico, il bambino fino alla maggiore età ha tutti i diritti principali, gode di tutta l’assistenza possibile, anche sanitaria e scolastica. A 18 anni può decidere con la sua testa se conseguire o meno la cittadinanza italiana. Nessuno svantaggio dunque, è solo una logora battaglia politica inscenata dal pd e da una parte del mondo cattolico, per riguadagnare i consensi perduti. ma forse otterrà l’effetto contrario.