Assemblea nazionale Pd, incoronazione di Zingaretti, ma Renzi non ci sarà

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Non ci sarà Matteo Renzi all’assemblea nazionale che domenica a Roma consacrerà Nicola Zingaretti nuovo segretario del Pd dopo il bagno di consensi alle primarie. «Motivi strettamente familiari», spiega l’ex premier, ribadendo di essere pronto a dare una mano, senza il fuoco amico del quale si é sempre considerato vittima.

Il neo leader dem si avvicina al primo appuntamento collettivo del partito – in cui si eleggeranno presidente, tesoriere e direzione – scendendo in piazza nella capitale con i lavoratori dell”edilizia, uno dei settori più provati dalla crisi. E appoggiando la battaglia dei giovani per l”ambiente, pur non partecipando di persona. «Il nuovo Pd deve dare un”alternativa a chi sta capendo che con questo governo le cose non vanno», dice Zingaretti. La prossima settimana sarà in Basilicata per le elezioni regionali del 24.
All’Hotel Ergife di Roma domenica si vedranno le prime mosse della nuova maggioranza del Pd e della variegata minoranza ex renziana, per ora priva di un capo. Renzi assicura che «Paolo Gentiloni presidente va bene se é la proposta di Zingaretti». Ma sul nome dell’altro ex premier ci sono ancora malumori. Settori renziani non gli perdonano il tradimento di essersi schierato con Zingaretti. La corrente dell”ex ministro dello Sport Luca Lotti e di Lorenzo Guerini ha assicurato che voterà Gentiloni, come gesto di apertura al nuovo segretario. «Vediamo se sarà in grado di portar avanti quella idea di unità e di nuovo modello di partito che ha declinato in campagna elettorale – dice Lotti, del Giglio Magico’ renziano -. L’importante è che quelle che sono state le prime mosse poi diventino fatti». Ma ora che i lottiani sono ritornati autonomi da Maurizio Martina, si attendono segnali di unità da Zingaretti, senza preclusioni sugli incarichi anche rispetto a chi ha sostenuto la mozione dell”ex reggente. Dall”entourage del governatore del Lazio si fa notare l”assenza di un leader della minoranza con cui parlare.
Da lunedì Zingaretti tornerà a pensare alla lista per le Europee e alle regionali in Basilicata. Per la sfida continentale del 26 maggio Carlo Calenda parla di una proposta comune Pd-Siamo Europei (il suo manifesto), con un simbolo a metà – così ci siamo detti – e di essere pronto a candidarsi se la lista sarà di qualità. Intanto con Renzi sembrano essersi autoattribuiti il compito di sfidare i sovranisti: l’ex ministro dibatterà con il guru Usa Steve Bannon il 25 a Roma, mentre ieri sera l”ex premier su un canale francese ha detto a Marine Le Pen «Madame, io ho perso varie volte, ma lei sempre». Secondo Renzi, la sinistra ha il dovere di guardare a Macron. E promette che i suoi Comitati civici quasi tutti voteranno Pd.

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