Arrivano gli avvisi Inps, riduzione della perequazione e contributi di solidarietà da aprile

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Stanno arrivando gli avvisi ai pensionati, che preavvertono dei tagli alla perequazione stabiliti dal governo gialloverde, sulla scia di quanto in passato avevano fatto i governi di centrosinistra. Il Messaggero di oggi ci informa che l’Inps, seguendo direttive che ci immaginiamo abbia impartito Tito Boeri prima di andarsene, in esecuzione delle norme gialloverdi, ha inviato una cortese lettera a tutti i pensionati nella quale si dice senza tanti giri di parole: «La informo che la pensione a lei intestata è stata ricalcolata a decorrere dal 1 gennaio 2019, in applicazionedell’articolo 1, comma 260 della legge 30 dicembre 2018, n.145».

Nel testo sono inserite anche le tabelle che contengono il vecchio e il nuovo importo del trattamento previdenziale e il conguaglio che, viene specificato, «sarà trattenuto sulle prossime rate di pensione». Si tratta in molti casi di una differenza di pochi euro; solo per gli assegni di importo più elevato le somme in ballo sono significative. Parte dunque l’applicazione della norma che riduce – per il 2019 e per i due anni successivi – la rivalutazione riconosciuta alle pensioni per adeguarle all’aumento del costo della vita, la cosiddetta perequazione.

La legge di Bilancio era stata modificata dal Parlamento sul punto specifico nel mese di dicembre, per essere poi approvata alla vigilia del Capodanno. In questasituazione, l’Inps non ha fatto in tempo ad applicare sugli assegni in pagamento a gennaio il nuovo schema, meno favorevole di quello previsto dalla normativa in vigore. Ora l’istituto previdenziale ha effettuato i ricalcoli e la differenza accumulata nei tre mesi dovrà essere recuperata.

Gabriella Di Michele, direttore generale dell’istituto, ha confermato durante un’audizione alla Camera che la rata di aprile sarà la prima calcolata con i criteri aggiornati e che successivamente si procederà ai conguagli, anche quelli(ben più pesanti) originati non dalla rivalutazione ma dal taglio ai trattamenti alti: cioè l’altra misura introdotta con la legge di Bilancio, che prevede decurtazioni con percentuali tra il 15 e il 40 per cento sugli assegni oltre i 100mila euro lordi annui, il nuovo contributo di solidarietà. I pensionati stanno affilando le armi contro questo nuovo latrocinio perpetrato dal governo in carica. Ci saranno valanghe di ricorsi all’Autorità giudiziaria e alla Corte dei Conti.

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