Non ci sarà nessuna patrimoniale e nessuna manovra bis

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Non ci sarà nessuna patrimoniale. Lo dicono all’unisono Giuseppe Conte, Matteo Salvini e Luigi DiMaio. Il premier e i suoi vice mandano un messaggio rassicurante, che non ammette subordinate, nelle ore in cui quasi un milione e mezzo di elettori sardi sono chiamati al voto. Ma guardano più in là, alle elezioni europee e oltre, perché la frenata dell”economia potrebbe costringere il governo a prendere contromisure. Anche su questo, i tre leader fanno testuggine: «Escludo una manovra correttiva», è perentorio Conte. E Di Maio: Mi fido di lui. Salvini: Non ci sarà, non chiedetemelo più.

Fin qui le rassicurazioni, ormai quotidiane. Fitch costringea sedare i timori anche sulla durata del governo: «Terremo,anche dopo le europee», promette il presidente del Consiglio,mentre Di Maio invita le agenzie di rating ad astenersi dagiudizi politici. Ma l’opposizione tutta, a partire dallaForza Italia di Silvio Berlusconi, pronostica al contrario chenon solo la manovra bis servirà, ma che una stagione drammatica per l’economia (copyright del Dem Nicola Zingaretti) farà vacillare – e magari finire – l’alleanza gialloverde.

Dalla visuale dell’esecutivo il rallentamento non viene negato. Neanche la necessità di reagire. Di Maio, che è tornato a un piglio più moderato e istituzionale, ammette che Quota 100 e reddito di cittadinanza non sono la panacea. Servono investimenti. Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia invoca un piano shock per l’economia: aprire subito i cantieri delle opere già finanziate. E in questa direzione prova a muoversi il governo, che potrebbe approvare già in settimana un decreto sblocca cantieri. Lo shock serve, riconosce Di Maio, che vedrà Boccia nei prossimi giorni. Ma su come reagire alla frenata economica, con la recessione tecnica di fine 2018, le ricette di M5s e Lega non collimano.

A partire dal più rinomato dei cantieri: la Tav. Conte, Di Maio e Salvini potrebbero vedersi per discuterne già in settimana. LaFrancia preme: secondo Danilo Toninelli bisogna decidere entro due settimane. Meglio non parlarne, frena Di Maio, finché non ci sarà una soluzione perché il rimpallo è per i cittadini snervante. Ma i nervi sono tesi anche nella maggioranza. I leghisti sono irritati dal rinvio delle autonomie regionali e guardinghi in vista del voto sulla legittima difesa. Tra i Cinque stelle, che temono di arrivare terzi anche in Sardegna, si alzano i toni, si evocano defezioni e scissioni.

Salvini si unisce a Conte nello smentire fratture (dentro e fuori il M5s) e difende il governo dall’accusa di Boccia di essere ostile. Ma le tensioni si leggono sotto traccia in dichiarazioni come quella di Di Maio che invita a diffidare dagli annunci in una vicenda come quella dei pastori sardi che Salvini ha dato a un passo dalla soluzione. Il rischio che l’Ue chieda una manovra bis c’è e agita glianimi. Conte insiste che basterà tagliare due miliardi di spese dei ministeri già congelati. Ma i tecnici già lavorano su tagli a detrazioni e agevolazioni e aumenti selettivi dell’Iva (Nessun aumento, frena però Di Maio). «Dovranno mettere la patrimoniale e toccare le pensioni», attacca Antonio Tajani. Il governo nega. Ma i 23 miliardi di clausole Iva sono un macigno per l’autunno.

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