Partirà il 20 gennaio l’undicesimo treno della memoria toscano, nell’anno in cui si ricorda il centenario della nascita di Primo Levi, lo scrittore e sopravvissuto alla deportazione ad Auschwitz che tutto il mondo conosce e che nel 1983 ha partecipato ad un altro viaggio toscano della memoria, non in treno ma in pullman (guarda il video <https://www.youtube.com/watch?v=gNrRSdJN4J8>), organizzato dall’allora Provincia di Firenze.
L’edizione 2019 del treno, realizzata ancora in collaborazione con il Museo della deportazione di Prato, sotto l’Alto Patronato del presidente della Repubblica, è stata presentata dalla vicepresidente Monica Barni, da Ugo Caffaz, animatore da sempre del treno della memoria toscano, e da Aurora Castellani, presidente de Museo della Deportazione di Prato. «Sono 18 anni che la Regione organizza ad anni alterni il treno della memoria e siamo prossimi alla nuova partenza, domenica mattina. L’importanza di questa iniziativa risiede nel fatto che è un progetto, un progetto che si rinnova e vede coinvolti insegnanti e ragazzi. Il nostro obiettivo è la conoscenza, quella degli eventi e quella delle scelte che hanno portato alle pagine più buie della nostra storia. Non è una memoria sterile, vogliamo che i ragazzi attraverso i loro insegnanti arrivino ad Auschwitz consapevoli di quello che andranno a vedere e possano con i occhi essere testimoni dell’orrore che si è consumato in quei luoghi».
«Questo treno parte in un momento in cui la situazione in Italia e in Europa oggi sta peggiorando – ha detto Ugo Caffaz – , la storia è fatta di corsi e ricorsi ma il nostro compito consiste proprio nel far sì che i ricorsi non possano più avvenire e per questo ci vuole quello che si chiama controllo primario, cioè l’educazione dei ragazzi e l’aggiornamento degli adulti. Quindi noi continueremo in questo progetto del Treno finché possiamo. Quest’anno è previsto anche un incontro con la Commissione europea che è bene i ragazzi conoscano, così come è bene che la Commissione veda e conosca i ragazzi. La Regione Toscana ha inventato questo contributo e continua a farlo sostenendone i costi che non sono banali ma la cultura che dobbiamo rilanciare non ha costi».
Sono passati diciotto anni da quando nel 2002 la Regione Toscana, allora pioniera <http://www.toscana-notizie.it/-/ugo-caffaz-l-anima-del-treno-toscano> poi seguita da altri, decise di portare in Polonia gli studenti delle scuole superiori e poi anche dell’Università: per non dimenticare e per capire, per ascoltare dai sopravvissuti e per vedere di persona gli orrori di quello che è stato lo sterminio nazista. Degli ebrei, ma non solo degli ebrei perché tanti erano i presunti ‘diversi’ e pericolosi invisi al Terzo Reich. Un viaggio preceduto da un lavoro attento e approfondito nelle scuole e con gli insegnanti che inizia ad agosto, con una summer school. Un viaggio-studio dedicato ai giovani, nel contesto anche dell’ampio e diversificato ventaglio di politiche regionali raccolte nel progetto Giovanisì. Un vaccino, con richiami annuali, di fronte al razzismo e agli estremismi. Dal 2002 fino al 2005 il treno toscano della memoria è partito tutti gli anni, per quattro volte. Un anno, nel 2005, addirittura due sono stati i convogli. Poi, dal 2006, la partenza è stata ad anni alterni: il treno nei dispari ed altre iniziative con i ragazzi nei pari, con più di ottomila studenti di tutta la Toscana solo al Mandela Forum di Firenze.
Chi viaggia sul treno
Sono 555 gli studenti delle scuole superiori che faranno il viaggio della Memoria edizione 2019. Sono ragazze e ragazze di quarta e quinta di tutte le province toscane. Sono stati selezionati attraverso corsi di formazione all’interno di ogni istituto. La Regione ha sostenuto le spese di viaggio e soggiorno di 480, la maggior parte quindi, otto studenti per ogni professore. Altri quindici partecipano grazie al contributo di enti, le stesse scuole ed associazioni. Assieme a loro ci sono 60 studenti universitari dei tre atenei toscani, che viaggiano grazie al contributo dell’Azienda regionale per il diritto allo studio. Sessanta sono anche i docenti selezionati in base al curriculum e che si sono formati con la Summer School del luglio scorso, più un docente di sostegno. Infine undici privati, che salgono sul treno a proprie spese per un percorso di conoscenza e crescita personale. Immancabili e fondamentali come sempre, i compagni di viaggio eccellenti, ovvero i testimoni: Andra e Tatiana Bucci, le sorelle scampate a Birkenau e al dottor Mengel, affezionate al viaggio della memoria toscano, e Silvia Rusich, la figlia di Sergio Rusich deportato politico al lager di Flossenburg ed esule istriano, testimone della deportazione politica, che infatti viaggia come rappresentante dell’Aned. Sul posto, a Cracovia, si unirà al gruppo dei testimoni Vera Vigevani Jarach, testimone di due storie: esule in Argentina per le leggi razziste del fascismo e madre di una desaparecida durante la dittatura di Videla. Si aggiungono i rappresentanti delle associazioni ovvero le Comunità ebraiche di Firenze e Pisa, le Associazioni rom e sinti, Aned (di Firenze, Prato, Pisa, Empoli), Anei, Anpi, Arcigay.Le associazioni incontreranno gli studenti sul treno durante il viaggio, attraverso workshop di discussione di quarantacinque minuti tra passato e presente (i dettagli nella scheda allegata). Si parlerà, come nelle passate edizioni, di antisemitismo e antiziganismo, delle deportazioni degli omosessuali e degli oppositori politici, di ieri ma anche dei segnali che arrivano dalla società di oggi. Per questa edizione è stato previsto un seminario specifico sui neofascismi.
Gilda Giusti