Catania: Sequestro nave Aquarius e denaro contante, 24 indagati, legati alle Ong, accusati di traffico di rifiuti

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Uno schiaffo ai buonisti pro immigrati e pro navi Ong viene dalla procura di Catania. Su delega della procura distrettuale di quella città infatti i finanzieri del comando provinciale di Catania e della sezione operativa navale di Catania, insieme al Servizio centrale investigazione criminalità organizzata (Scico) hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo d’urgenza per un importo complessivo pari a circa 460mila euro, ritenuto corrispondente al presunto profitto per attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, nei confronti sia di due agenti marittimi sia delle Ong «Medici senza frontiere – Operational Centre Belgium – Missione Italia», «Medici senza frontiere – Operational Centre Amsterdam», sia infine di appartenenti a vario titolo a tali enti.

Contestualmente sono stati notificati dalla Guardia di Finanza, insieme al Servizio centrale operativo della Polizia di Stato e della squadra mobile della Questura di Catania, avvisi di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 24 indagati. «Il decreto di sequestro preventivo d’urgenza delle somme di denaro, che era stato disposto d’urgenza dalla procura ed eseguito su somme in contanti rinvenute nei conti correnti di alcuni indagati incluse le due Ong – fa sapere la procura – è stato convalidato dal Gip di Catania, che ha anche disposto il sequestro preventivo della nave Ong Aquarius, attualmente ormeggiata a Marsiglia in Francia».

Secondo l’accusa i soggetti coinvolti, a vario titolo, avrebbero «sistematicamente condiviso, pianificato ed eseguito un progetto di illegale smaltimento di un ingente quantitativo di rifiuti pericolosi a rischio infettivo, sanitari e non, derivanti dalle attività di soccorso dei migranti a bordo
della Vos Prudence e dell’Aquarius e conferiti in modo indifferenziato, unitamente ai rifiuti solidi urbani, in occasione di scali tecnici e sbarco dei migranti» in 11 porti: Trapani, Pozzallo, Augusta, Catania e Messina in Sicilia, Vibo Valentia, Reggio Calabria e Corigliano Calabro in Calabria, Napoli e Salerno in Campania, Brindisi in Puglia.

Agli atti dell”inchiesta Bordeless della Procura di Catania, sul presunto smaltimento illegale di rifiuti speciali da due navi di Ong in porti italiani, ci sono perciò molti controlli eseguiti dalla guardia di finanza. Tra questi c’è anche quello dello sbarco di nave Aquarius con a bordo 416 migranti, avvenuto a Catania il 27 novembre del 2017: nel buono di servizio giornalieri dei rifiuti conferiti «nessuna traccia – scrivono Procura e Fiamme gialle – è stata rinvenuta di quelli solidi composti dagli scarti alimentari e di quelli costituiti dagli indumenti dei migranti a rischio contaminazione, nonché di quelli sanitari veri e propri derivanti dall”attività medico-sanitaria prestata a bordo».
A Trapani, il 15 e il 30 aprile 2017, la Procura contesta «dichiarazioni mendaci di Medici senza frontiere Olanda attestanti la non presenza tra i rifiuti scaricati di sostanze infettive o contagiose, nonostante i sette casi sospetti di tubercolosi, infezioni urinarie ed ematurie, varicella e scabbia, segnalati dall”ufficio di sanità marittima di Pozzallo (Ragusa)».

Il 10 maggio del 2018, a Catania, dopo lo sbarco di 105 migranti dall’Aquarius, le Fiamme gialle hanno sequestrato il carico di rifiuti appena conferito a un autocarro autocompattatore diretto al deposito della società cooperativa La Portuale II. Tra i 15 metri cubi di rifiuti dichiarati dal comandante della nave come rifiuti alimentari e speciali indifferenziati (carta e plastica), erano presenti 2 metri cubi (80 kg) di rifiuti pericolosi a rischio infettivo: indumenti dismessi dai migranti potenzialmente contaminati da virus ed altri agenti patogeni, nonché rifiuti sanitari a rischio infettivo derivanti dall”attività di assistenza medico-sanitaria prestata a bordo alle persone soccorse, come garze intrise di sangue, guanti e mascherine con tracce ematiche.

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