Commercio: Mercato interno ancora in difficoltà. Consumi ancora tiepidi

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Mercato interno ancora in difficoltà. A Natale crescita, ma sarà modesta

La crescita dei prezzi si conferma al di sotto delle aspettative, ed ormai è praticamente certo che anche nel 2015 il tasso di inflazione sarà vicino allo zero e inferiore a quello, pur basso, programmato dal Governo nel DEF (+0,3%). Un segnale delle persistenti difficoltà del mercato interno, che non saranno risolte dal Natale: secondo le nostre stime, infatti, la spesa delle famiglie nella prossima stagione festiva crescerà, ma appena dello 0,9%. Un aumento guidato dai pochi che possono spendere, visto che il 46% degli italiani, secondo il sondaggio condotto con SWG, segnala che anche quest’anno sarà costretto a risparmiare sui doni: una persona su tre prevede addirittura di dedicare ai regali un budget di massimo 100 euro.

Così Confesercenti sui dati relativi al tasso di inflazione a Novembre, diffusi  dall’Istat.

La frenata dei prezzi di novembre è influenzata da una serie di cause stagionali ed una tantum – come la fine dell’EXPO ma anche il rischio terrorismo, fattori che hanno portato ad un abbassamento delle tariffe nella ricettività e nella ristorazione  – ma complessivamente rispecchia la condizione di persistente debolezza del mercato interno e dei consumi. La cui ripresa – come ci confermano le oltre 20mila chiusure di attività commerciali avvenute nei primi otto mesi, che potrebbero diventare 30mila a fine anno  – è ancora molto fragile.

In generale, quindi, il rallentamento dell’inflazione è un dato preoccupante perché indica una situazione di incertezza della domanda interna, così come rimangono incerte anche le aspettative delle imprese sulla crescita dei consumi e sulle prospettive future dell’economia.

Un quadro di stagnazione che condividiamo con il resto dell’area Euro, e per uscire dal quale sono più che mai necessari nuovi interventi della BCE per portare l’inflazione verso gli obiettivi. Un impegno confermato anche oggi dal Presidente Mario Draghi. In questo scenario, infatti, è altamente possibile che si riaffacci il rischio deflazione, scongiurato appena lo scorso anno ma purtroppo già tornato reale in undici grandi città e diverse regioni italiane.download

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