Papa Montini e Cardinal Romero santi, ci sarà anche Mattarella

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Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, domani mattina sarà presente alla canonizzazione di Paolo VI e del vescovo salvadoregno Romero, ucciso nel 1980 dagli squadroni della morte per avere difeso i poveri e i contadini. Assieme a Mattarella ci sarà il ministro per i Beni Culturali Alberto Bonisoli. Papa Francdsco prima della messa, nella Cappella della Pietà, saluterà il presidente e gli altri capi delegazioni. Per la Spagna sarà presente la Regina Sofia, per il Cile il Presidente Sebastian Pinera Echenique, per il Salvador il Presidente Salvador Sanchez Ceren, per Panama il Presidente Juan Carlos Varela Rodriguez. Ci saranno anche rappresentanti istituzionali da Honduras, Taiwan, Uganda, Camerun, Francia, Malta, Principato di Monaco.

Oltre a Giovanni Battista Montini (1897-1978) e Romero (1917-1980), Papa Francesco proclamerà santi lo stesso giorno due preti e un laico italiani e due religiose (una tedesca e una spagnola): il lombardo don Francesco Spinelli (1853-1913), fondatore dell’Istituto delle Suore Adoratrici del Santissimo Sacramento; il campano don Vincenzo Romano (1751-1831), parroco di Torre del Greco in provincia di Napoli; il giovane operaio abruzzese Nunzio Sulprizio, la tedesca suor Maria Caterina Kasper (1820-1898), fondatrice dell’Istituto delle Povere Ancelle di Gesù Cristo; e la spagnola suor Nazaria Ignazia di Santa Teresa di Gesù (1889-1943), fondatrice della Congregazione delle Suore Misioneras Cruzadas de la Iglesia.

Paolo VI, fu il Papa che guidò la Chiesa del post Concilio, e l’autore della Populorum progressio e dell’Humanae vitae ma anche della travagliata fase che visse la Chiesa in quegli anni e il dramma del rapimento e dell’uccisione di Aldo Moro. Paolo VI fu l’artefice del viaggio in Terra Santa e dell’abbraccio con il patriarca ecumenico di Costantinopoli Atenagora I. Fu il formatore di un’intera classe dirigente italiana, fondò il quotidiano Avvenire. Nel 2012 è stato fatto venerabile da Benedetto XVI che ne ha riconosciuto le virtù eroiche.
Il miracolo a lui attribuito è la guarigione di un feto, al quinto mese della gravidanza e risale al 2014. La madre, S. M., della provincia di Verona, era a rischio di aborto per una patologia che avrebbe potuto compromettere la vita del piccino e della donna stessa. La signora fu convinta da un’amica, che era in contatto con un dottore devoto di Paolo VI, a recarsi a pochi giorni dalla beatificazione di Montini a Brescia, nel Santuario delle Grazie, per pregare il Papa. I successivi controlli medici attestarono la completa guarigione del feto. La bambina è nata e oggi sta bene.

La sera del 24 marzo 1980 Oscar Arnulfo Romero (1917-1980), arcivescovo di San Salvador, mentre celebrava la Messa nella cappella dell’ospedale per malati terminali, dove viveva, fu colpito da un colpo di pistola. Morì qualche minuto più tardi, all’età di 63 anni. La vigilia, in un’omelia in cattedrale, monsignor Romero aveva chiesto ai militari del regime di disobbedire agli ordini ricevuti, di non uccidere il popolo, di seguire la legge di Cristo. Il Paese era in preda alla guerra civile, che avrebbe fatto 80mila mila morti su quattro milioni di abitanti, segnata dalla presenza di una destra sanguinaria che finanziava gli squadroni della morte per assassinare gli oppositori e la gente comune. Romero vedeva l’ingiustizia sociale del Paese, l’amara condizione dei salvadoregni, gli effetti della miseria sulla salute dei contadini. Si schierò per la giustizia, per una migliore distribuzione delle ricchezze.

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