Studentesse americane e carabinieri: un militare condannato a 4 anni e 8 mesi, l’altro rinviato a giudizio

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Un carabiniere, Marco Camuffo, condannato in rito abbreviato a 4 anni e 8 mesi, l’altro, Pietro Costa, rinviato a giudizio con data fissata al 10 maggio 2019. E’ il primo verdetto nella vicenda di violenza sessuale a due studentesse americane che la notte tra il 6 e il 7 settembre 2017 a Firenze furono riaccompagnate a casa con l’auto di servizio da una pattuglia dell’Arma dopo la discoteca. Il giudice Fabio Frangini ha fatto sentenza al termine dell’udienza preliminare. La pena a Camuffo risente della riduzione di un terzo per la scelta del rito. Le motivazioni fra 90 giorni.
L’ex appuntato Camuffo, imputato, ha ascoltato la lettura del dispositivo accanto ai suoi avvocati in silenzio e poi non ha commentato. La sua difesa aveva puntato sulla consensualità del rapporto sessuale. «Camuffo non ha detto niente dopo aver ascoltato la condanna», ha riferito l’avvocato Filippo Viggiano, che lo assiste insieme a Cristina Menichetti, osservando che la sentenza è severa e annunciando appello. Secondo Viggiano unico elemento forte in mano all’accusa è la denuncia fatta nell’immediatezza, 20 minuti dopo il fatto. Ma può bastare questo di fronte agli elementi contrari che noi sosteniamo?».
Reazione opposta per la parte civile: l’avvocato Francesca D’Alessandro, che tutela la ragazza americana abusata da Camuffo, esprime soddisfazione: «C’è un’evidenza probatoria che non poteva essere messa da parte dal giudice, non c’è stato nessun consenso, le prove sono chiare». Dopo la sentenza ha comunicato alla ragazza l’esito del processo. «E’ ancora semi terrorizzata, è tornata in Italia anche dopo l’incidente probatorio ma non è voluta andare a Firenze, anzi l’ho dovuta ospitare a casa mia piuttosto che nell’albergo bello di Roma che aveva preso, perché aveva paura». Ha preferito non fare commenti il pm Ornella Galeotti, che aveva chiesto 5 anni e 8 mesi per Camuffo dopo aver determinato, nel totale ante-sconto, sette anni come pena base più un anno e sei mesi per l’aggravante dell’abuso dell”autorità. Niente richiesta di rito abbreviato per Costa. Perché? I suoi difensori Giorgio Carta ed Andrea Gallori spiegano: «Non abbiamo chiesto l’abbreviato. Abbiamo fatto investigazioni difensive, che sono ulteriori rispetto a quelle del pm, e riteniamo che in dibattimento questo processo riuscirà a fornire ai giudici e anche ai giornalisti tutto il quadro reale della situazione, che è ben distante da quanto reclamizzato mediaticamente finora». L’avvocato di parte civile, Gabriele Zanobini, che assiste la studentessa che ebbe rapporti con Costa, sottolinea che entrambi gli ex carabinieri sono accusati di violenza sessuale con le stesse aggravanti: «Abusarono delle ragazze mentre erano ubriache dunque in condizioni di minorata capacità psicofisica, usarono violenza fisica e abuso di autorità». In serata lo studio Zanobini ha informato la ragazza, negli Usa, che si è detta contenta di esser creduta e ora aspetta il processo.

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