Parigi: i ristoratori chiedono al Governo di poter assumere i migranti. Mancano 100mila posti

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Mentre il Governo, su indicazione di Macron, chiude la frontiera italiana e i porti agli arrivi dei migranti, gli operatori economici, soprattutto quelli legato al commercio e al turismo, chiedono di cambiare rotta. Lasciateci assumere i migranti: è l’accorato appello dei ristoratori francesi che dinanzi alla penuria di manodopera – con oltre centomila posti vacanti in tutto il Paese – si rivolgono al governo del premier Edouard Philippe affinché consenta di far lavorare anche gli stranieri irregolari. Citato dal quotidiano Le Parisien, il presidente del Groupement National des indépendants Hotellerie-Restauration (Gni) – Didier Chener, spiega che allo stato attuale sono 130.000 i posti vacanti in questo settore chiave dell’economia transalpina. Peccato solo che, nonostante la persistenza della disoccupazione, soprattutto giovanile, ristoranti e alberghi non riescano ad assumere. Motivo? Pregiudizi e cliché, spesso negativi, legati a queste professioni e le condizioni di lavoro a volte pesanti. “La gente evita sempre di più alcuni incarichi difficili, come quello di lavapiatti, ad esempio”, deplora Chener, assicurando invece che esiste “un vero ascensore sociale in questo genere di professioni. Non è raro vedere gente che ha cominciato come aiutante diventare gestore di un locale”. Come Amadi, un senegalese impiegato sotto falso nome in un ristorante del centro di Parigi, passato in qualche anno al rango di aiuto-cuoco. Di qui, l’idea presentata dai rappresentanti di categoria il 19 luglio scorso, in occasione del consiglio interministeriale turismo.

L’idea è semplice: i francesi non desiderano lanciarsi in questo genere di professioni? Benissimo. A condizione però, che si possa, colmare quel rifiuto con la forza lavoro dei migranti. «Ristoranti e Hotel – spiega Chenet – sono ai cancelletti di partenza. Ora aspettiamo che il governo rilasci delle autorizzazioni a queste persone. La formazione, il lavoro, a tutto il resto pensiamo noi», assicura.
In Francia, assumere un rifugiato o un richiedente asilo è possibile solo al termine dei primi nove mesi dalla sua richiesta di protezione. La situazione diventa invece molto più complicata per i cosiddetti migranti economici che non sono autorizzati a lavorare senza permesso di soggiorno. Ora, dunque, si cerca una soluzione e il governo ha accettato di aprire un primo tavolo negoziale con il Gni per giungere a un compromesso.

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