Courtney Love, fans in delirio allo Stadio Franchi

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Un immenso cuore rock, formato da oltre 1500 musicisti, tra centinaia di chitarristi, batteristi bassisti, tastieristi, percussionisti, cantanti, fiati; il gran cerimoniere Peppe Vessicchio, a coordinarne e governarne con sapienza il battito, la pulsazione. E poi la regina del punk (forse l’ultima rimasta), Courtney Love, ad incrementare, con la sua stessa presenza e carisma, a piedi nudi sul palco, in raso nero, l’intensità e l”emotività della serata. Per Rockin 1000, la manifestazione musicale che con un video visto e condiviso milioni di volte in tutto mondo nel 2015 convinse Dave Grohl e i suoi Foo fighters a venire a suonare a Cesena, lo stadio Franchi si è trasformato in un motore inesauribile di energia e groove.
Sotto la guida della mano rilassata ma ferma del maestro pop Vessicchio la gigantesca orchestra non perde un colpo e sforna per le migliaia di persone accorse da mezza Italia una vera e propria muraglia sonora forgiata con il magma dei migliori cavalli di battaglia del rock. Il riscaldamento, però, a inizio serata, è all’insegna della classica: per volontà dello stesso direttore d’orchestra, il live inizia con i toni soffici del preludio n.1 di Bach, che l’esercito di rocchettari esegue con inattesa compostezza. Poi si scatena la festa: è subito delirio per Sympathy for the devil, che sparata dalle casse della legione accampata sul prato del Franchi acquista subito il respiro dell’epica. Ed è lo stesso con la rocciose Shoot to thrill degli Ac/Dc e Blitzkrieg Bop dei Ramones, che con la forza di oltre 400 chitarre raggiungono le dimensioni di una montagna; Don’t look back in anger, degli Oasis, gridata da un coro di più di cento cantanti, diventa l’inno di una generazione.
Il pubblico impazzisce e balla (così come tanti musicisti in campo, mentre continuano a suonare), su versioni palestratissime di Numb dei Linking Park, Won’t be fooled again (il pezzo preferito della scaletta dallo stesso Vessicchio), Where’s my mind dei Pixies. L’intero stadio ruggisce sullo tsunami di rabbia e distorsione di Smells like teen spirits, e poi arriva Courtney: a piedi nudi sul palco impartisce a tutti una lezione di punk con la tripletta adrenalinica dei cavalli di battaglia delle suo Hole, inanellando l”una dentro l’altra Olimpia, Malibu e la celeberrima Celebrity skin. Appena il tempo di respirare con uno stacco di qualche decina di fiati che scorrazzano sul prato soffiando il giro della zeppeliniana Whole lotta Love, ed è di nuovo il momento di un altro macigno di elettricità e groove, la leggendaria Killing in the name dei Rage against the machine. «Ciao capitano», è il saluto rivolto dal creatore di Rokin 1000 Fabio Zaffagnini al giocatore viola recentemente scomparso Davide Astori. La folla risponde con un applauso commosso.
La serata (parte del cui ricavato sarà devoluto alla comunità di recupero di San Patrignano), è stata all’altezza dell’annuncio. Gran finale con il pezzo da cui tutto è iniziato: quella Learning to fly dei Foo fighters che persuase Dave Grohl a lanciare i 1000 nell’olimpo dei grandi eventi del rock.

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