Bruxelles: la cooperazione regionale degli sbarchi sarà decisa al più presto

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La distribuzione su base volontaria tra gli Stati Ue dei migranti soccorsi in mare, spiegano fonti Ue, ha effettivamente a che fare con le conclusioni del Consiglio Europeo di fine giugno, laddove si parlava di cooperazione regionale negli sbarchi, una cosa che l’Italia chiedeva da molto tempo e che finora non era mai accaduta.
Quindi, proseguono, si tratta di un elemento nuovo, che l’Ue, dal suo punto di vista, considera un’evoluzione”di quello che è stato fatto in passato. «Quello che sta succedendo ora nel mediterraneo potrebbe essere quindi considerato come una sorta di progetto pilota di quello che potrebbe essere istituzionalizzato in futuro».
In pratica, sarebbe augurabile che non fosse necessario aspettare due giorni ogni volta che c’è una barca diretta verso le coste italiane per sapere dove finiranno i migranti soccorsi. Occorrerebbe, dunque, un sistema europeo mutualmente concordato tra gli Stati a questo fine: nelle prossime settimane, probabilmente entro luglio, la Commissione dovrebbe presentare una proposta in merito, per arrivare all’auspicata regionalizzazione degli sbarchi.

Attualmente si starebbe riflettendo sul fatto se sia opportuno o meno includere nei migranti da ricollocare nell’ambito dell’auspicata regionalizzazione degli sbarchi anche i migranti economici, oltre alle persone bisognose di protezione internazionale. Il timore è quello di creare un pull factor, un fattore di attrazione, per i migranti economici. Finora, i ricollocamenti hanno riguardato solo persone appartenenti a nazionalità con alti tassi di riconoscimento dell’asilo. Ovviamente, se si propendesse per includere nel meccanismo di ricollocamento solo le nazionalità con alti tassi di riconoscimento del diritto alla protezione internazionale, bisognerebbe stabilire che cosa accadrebbe agli altri (l’assoluta maggioranza), che è senz’altro uno degli elementi da tenere in considerazione nell’elaborazione di una proposta.

Infine la Ue precisa il suo parere su altre richieste dell’Italia. Sulla Libia porto sicuro la strada appare sbarrata, almeno finché non ci sarà una stabilizzazione del Paese; questo non impedisce,naturalmente, che le navi libiche possano sbarcare i migranti sulle coste libiche, ma le imbarcazioni europee non possono fare altrettanto, perché violerebbero il diritto internazionale.
La Vos Thalassa, se veramente stava facendo rotta verso sud per riportare in Libia i migranti che poi sono stati trasferiti sulla Diciotti in seguito ad una presunta ribellione e minacce nei confronti dell’equipaggio della prima nave, avrebbe violato il diritto internazionale, se avesse riportato in Libia le persone salvate in mare. Le navi battenti bandiera di un Paese Ue non possono riportare i migranti salvati in mare in Libia, neppure se li soccorrono nell’area Sar della Libia; possono però non intervenire, se le autorità libiche ordinano di non farlo.
La revisione del mandato dell’operazione EuNavFor Med o Sophia, infine, sarà oggetto del Comitato Politico e di Sicurezza del Consiglio, che dovrebbe riunirsi a breve.

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