Tagli a vitalizi e pensioni: scendono in campo anche i consumatori, nettamente contrari

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Contro il taglio delle pensioni, quelle considerate d’oro da Di Maio e dal M5S, superiori adesso a 4.000 euro, scende in campo anche Aduc, Associazione degli utenti e consumatori, la quale ha emesso un duro comunicati, in previsione del passaggio dal taglio dei vitalizi a quello delle pensioni, non d’oro, ma tout court.

Riportiamo per opportuna conoscenza dei nostri lettori, quanto i consumatori, dopo che lo hanno fatto anche i sindacati, oppongono alle mire populiste e incostituzionali del capo politico dei pentastellati, che cerca di superare Salvini nei consensi popolari, ma mi sembra che abbia sbagliato proprio bersaglio.

Il comunicato firmato da Primo Mastrantoni, segretario Aduc (emesso poco prima dell’approvazione del taglio dei vitalizi da parte dell’Ufficio di Presidenza della Camera) : «Probabilmente oggi, l’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati, presieduta da Roberto Fico (M5S) approverà la delibera sul ricalcolo dei vitalizi (non la loro abolizione, come promesso in campagna elettorale). Una svolta epocale, ha dichiarato il ministro Luigi Di Maio (M5S), a tal proposito. Un taglio seppur simbolico ma per equità, sostengono in molti. La svolta epocale, pero’, c’è e sarà quella del taglio alle pensioni dei comuni cittadini. Occorre che il lettore ci segua con un po’ di attenzione, senza farsi prendere dal sacro furore dell’indignazione. I vitalizi sono una forma di pensione, calcolati con il sistema retributivo, cioè in proporzione percentuale allo stipendio. Il sistema pensionistico contributivo, invece, è calcolato con i contributi versati dal lavoratore e dal datore di lavoro; ad ogni euro versato dal lavoratore, per la propria pensione, corrispondono 2,75 euro versati dal datore di lavoro.

La svolta epocale, annunciata trionfalmente dal ministro Di Maio (non era possibile, siamo arrivati noi, ed è stato possibile), consiste nel ricalcolo dei vitalizi con il sistema contributivo, ma, è qui il trucco: se si applica, retroattivamente, questo sistema ai vitalizi, si potrà applicare anche alle pensioni dei comuni cittadini che, per quelle attualmente riscosse, riguarda il 96% dei pensionati! Prima si taglieranno le pensioni più alte, quelle che il Di Maio chiama pensioni d’oro, poi si scenderà verso importi minori: 5000 euro, 4000 euro, 3500 euro, ecc.

Perché si vuole applicare una norma retroattivamente, violando tutti i principi del diritto? Semplice: servono soldi, altro che equità. Dal ricalcolo dei vitalizi si otterranno 40 Milioni di euro, invece, dal ricalcolo delle pensioni dei comuni cittadini si acquisiranno 46 Miliardi! Un problema di soldi, dunque, sottratti ai pensionati, i quali dovranno ringraziare Fico e Di Maio per la svolta epocale».

Ai giusti rilievi di Aduc aggiungiamo una considerazione. Già gli ex parlamentari affilano le armi, i vitalizi sono tagliati solo alla Camera, non anche al Senato o alle Regioni, e comunque molti qualificati esperti ritengono che si tratti di provvedimento incostituzionale. Ma, mentre per la Camera, in regime di autodichia, è stato sufficiente un provvedimentoi presidenziale, con l’ok dei rappresentanti della maggioranza dei partiti, per tagliare le pensioni occorre invece un provvedimento da sottoporre al Parlamento, che avrà qualche esitazione ad approvarlo, senza contare che il Presidente Mattarella, il quale dovrà pur sottoscrivere la norma proposta, avrà modo di esaminarla da costituzionalista qual’è e troverà più di un motivo per ritenerla contraria alla nostra Carta fondamentale.

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