Elezioni: ribaltone in Toscana. Il centrodestra dilaga. Il Pd cade dappertutto. Regione a rischio

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Ha sperato fino in fondo, Bruno Valentini, ma alla fine il suo sfidante Luigi De Mossi ha preso la testa e, come al Palio, è stato il primo a superare la fatidica soglia in Piazza del Campo. Così il Pd e la sinistra hanno perso anche Siena. A vantaggio di un centrodestra che ha saputo espugnare Pisa, con Francesco Persiani (contro Andrea Serfogli) e Massa, con Francesco Persiani, capace di avere la meglio sul sindaco uscente, Alessandro Volpe. La Toscana, storica roccaforte rossa, sta cambiando orientamento politico. E praticamente sta cambiando pelle. Grosseto, Arezzo e Pistoia sono già governate dal centrodestra. E a Livorno c’è Nogarin del Movimento cinque stelle. Il Pd governa Lucca, dove si è votato l’anno scorso e mantiene ancora Firenze e Prato, dove si voterà nel 2019. Poi, nel 2020, la madre di tutte le elezioni amministrative in Toscana: la corsa per la Regione. Si sta profilando una svolta epocale dopo quasi mezzo secolo di dominio politico della Sinistra.

EX ROCCAFORTE – Ecco, in sintesi, il quadro completo di una situazione in profondo e rapido cambiamento. A dire la verità, c’era stato qualche scricchiolìo anche qualche anno fa, in pieno fulgore renziano soprattutto per la spaccatura fra il Pd ancora fedele a Bersani e quello votato alla rottamazione dell’ex premier. Poi, progressivamente, lo sfaldamento. La roccaforte eretta dal 1970, con la nascita della Regione, e con il Pci capace di vincere la «battaglia di Toscana» contro la Dc di Ivo Butini, si è come sgretolata. Un potere quasi assoluto si sta volatilizzando. Emblematica la situazione di Siena, dove la vicenda Monte dei Paschi ha inciso molto più di quanto si potesse immaginare. Il «babbo Monte» garantiva un benessere diffuso. Che piano piano si è dissolto. Così come a Pisa, il sindaco uscente Marco Filippeschi non credeva di dover lasciare a un candidato del centrodestra. Ma il comune ha probabilmente scontentato la gente, soprattutto i commercianti. E perfino chi gestisce l’aeroporto: impedendo al bus di Autostradale di portare e riprendere passeggeri direttamente al Galilei. Forse questa è magari la scelta più banale, rispetto a tante più incisive, ma certo non ha pagato. Così come a Massa il sindaco uscente Volpe non ha saputo convincere di nuovo gli elettori. Nonostante il mare e il marmo, Massa è fra le province che hanno sofferto e soffrono di più la crisi. La gente ha deciso di cambiare per tentare di uscire dal tunnel.

SALVINI – Si dice che il centrodestra ce l’ha fatta grazie soprattutto alla trazione leghista. Cioè a Salvini, che è venuto a far campagna elettorale mostrando grande disponibilità a farsi selfie con gli elettori, ma anche a rilasciare dichiarazioni alla stampa. Però questa lettura, che molti nel Pd, a caldo, sembrano voler dare, appare realmente superficiale. La sinistra in generale dovrebbe interrogarsi in maniera profonda su tante scelte non vincenti che ha fatto negli ultimi 5 anni. Anche nella gestione della sanità e nell’assegnazione delle case popolari. Dario Nardella, a Firenze, ha cercato di cambiare in corsa, proponendo la modifica dei criteri, ma senza grandi risultati. E ora? Per il 27 giugno è prevista la manifestazione, organizzata dallo stesso Nardella e dal governatore Rossi, contro Salvini e il blocco dei porti. Nonostante le adesioni formali, gli osservatori non prevedono un gran successo dell’iniziativa, specie alla luce di questo risultato elettorale. Ma un flash mob non basta a riguadagnare terreno. Il Pd e alla Sinistra devono fermarsi a riflettere sul distacco che si è generato con chi gli ha sempre dato fiducia. E tentare una risalita ora molto, ma molto difficile.

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Sandro Bennucci

 

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