Migranti: Conte non andrà a vertice Bruxelles con bozza già scritta (che rimanda in Italia chi varca le frontiere)

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C’è irritazione nel governo italiano sulla questione ricollocamenti. Se la bozza che sta uscendo in queste ore venisse confermata, il premier Giuseppe Conte potrebbe disertare il vertice di domenica a Bruxelles. Lo si apprende da fonti del governo che sottolineano come, sul tema dei movimenti secondari, l’Italia è pronta a puntare i piedi se non sarà affrontata prima la questione degli sbarchi nei Paesi di primo approdo. In parole più semplici: francesi e tedeschi vorrebbero prima rimandare i migranti nel Paese dove sono sbarcati, ossia in Italia, e soltanto dopo preoccuparsi del problema degli sbarchi. Allora Conte non partirà per Bruxelles non volendo correre il rischio di andare a ratificare una bozza preconfezionata.

Parlando a Porta a Porta da Bruno Vespa, il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha confermato: «Conte ha pieno mandato di tenere alto l’orgoglio italiano nel verice di domenica a Bruxelles: ma se andiamo lì per avere il compitino già preparato da francesi e tedeschi è giusto risparmiare i soldi del viaggio. Con la bozza che circola pensano di mandarcene altri (di migranti,ndr), invece di aiutarci ed in cambio faranno poi i centri di raccolta fuori dall’Europa, ma meglio un uovo oggi …».

Il premier Giuseppe Conte, in un incontro con Tusk a Roma, ha già avvertito di non essere pronto a discutere di movimenti secondari dei migranti nell’Ue senza prima aver affrontato l’emergenza degli sbarchi in Italia. Ed è forte l’irritazione di Roma per la bozza della dichiarazione finale della riunione
informale di domenica. Conte non sembra infatti disponibile ad andare a Bruxelles per ratificare un documento già preconfezionato che prevede sì un forte impegno per ridurre il numero di arrivi illegali nell’Unione (il che va bene a Roma) ma anche la necessità di ridurre in modo significativo i movimenti secondari, evitando attraversamenti illegali delle frontiere interne tra Stati membri, con controlli alle stazioni di treni, bus e aeroporti. Una stretta caldeggiata dalla Merkel, che in questa partita si gioca la tenuta del governo a Berlino, ma che blinda i migranti nel Paese di primo approdo, ovvero
l’Italia. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che oggi si è visto col vicepremier austriaco Heinz Christian Strache, non a caso si è scagliato contro lo strapotere di Germania e Francia che dettano legge in Europa. Il responsabile del Viminale vorrebbe piuttosto un’alleanza di volenterosi con Vienna per proteggere l’Europa da chi vuole entrare.

Sandro Bennucci

 

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