Governo: passo indietro Di Maio-Salvini. Rispunta un premier sotto tutela. I capi saranno ministri

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Non è ancora definito quello che viene chiamato contratto di governo, ma resta da sciogliere anche il nodo della premiership. Chi andrà a Palazzo Chigi se questo governo dal parto tanto tormentato riuscirà a nascere? Secondo indicazioni filtrate in serata, ci sarebbe un doppio passo indietro: sia Matteo Salvini che Luigi Di Maio rinuncerebbero alla poltrona di presidente del Consiglio, ma sarebbero dentro con ministeri di peso. Ipotesi che sembrerebbe confermata dalle parole di Salvini: «Nè io, nè Di Maio saremo premier, troveremo la persona adatta». Gli fa eco il leader grillino che assicura «non sarà un problema». Il rischio? Un presidente del consiglio affidato alla tutela di Salvini e Di Maio: che prima di prendere una decisione dovrà consultarsi con i cosiddetti azionisti di maggioranza, ossia Salvini e Di Maio.

Lo schema su cui si starebbe lavorando in queste ultime sarebbe questo: il Carroccio avrebbe chiesto ai cinque stelle di indicare il premier, preferibilmente un politico, ma andrebbe bene anche un tecnico. Si escludono, oltre a Di Maio, anche altri nomi di peso. Mentre si ritorna sulle possibilità già uscite nei giorni scorsi: Viminale per Salvini, mentre al capo politico dei pentastellati potrebbe spettare il dicastero del Lavoro (competente per la partita sul reddito di cittadinanza) o dello Sviluppo economico. Per Giancarlo Giorgetti, numero due della Lega, riferiscono fonti parlamentari, sembrano in calo le quotazioni per il ministero dell’Economia, mentre sarebbe il profilo ideale per lo snodo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Sempre in quota Lega, dovrebbero esserci Nicola Molteni (all’Agricoltura), Giulia Bongiorno (ai Rapporti con il Parlamento) e l’attuale capogruppo a palazzo Madama, Gianmarco Centinaio (al Turismo e agli Affari regionali). In caso di promozione, al posto di Centinaio andrebbe Stefano Candiani a guidare i senatori. Circola anche il nome della leghista Simona Bordonali per il neo ministero della Famiglia e disabilità, fortemente voluto da Salvini. Il grillino Alfonso Bonafede resterebbe in pole per il posto di Guardasigilli e potrebbero far parte della squadra anche i pentastellati Emilio Carelli (per lui ci sarebbe la Cultura), Danilo Toninelli, Giulia Grillo e Laura Castelli. Per l’Economia e gli Esteri si starebbe pensando a due nomi di alto profilo esterni con il placet del Colle. Per la Farnesina sarebbe quotato il nome di Giampiero Massolo.

Per Salvini, riferiscono fonti parlamentari, cedere sulla premierhip significherebbe uscirne troppo penalizzato dal punto di vista politico con il rischio di ritrovarsi non solo la base ma l’intero partito in rivolta. InVogni caso, venerdì 18 maggio, Salvini e Di Maio, entrambi in mattinata a Milano, potrebbero tornare a vedersi per definire nei dettagli lo schema tracciato oggi a grandi linee.

Sandro Bennucci

 

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